L'impegno delle aziende farmaceutiche per la fornitura dei medicinali
Ansa
Salute

L'impegno delle aziende farmaceutiche per la fornitura dei medicinali

Ospedali e farmacie sono presi d'assalto e la richiesta di medicinali è aumentata esponenzialmente. Creando problemi cui le aziende stanno cercando di porre rimedio

Tra i tanti allarmi ed emergenze che il Coronavirus porta con se c'è anche il rischio in alcuni ospedali e farmacie di rimanere senza medicinali. Anche per questo si spiegano le lunghe file e non parliamo solo per accaparrarsi gli ormai introvabili (quelli si) detergenti antibatterici e disinfettanti per le mani ma anche per farmaci di uso comune, soprattutto antiepiretici.

Farmaindustria (l'associazione delle aziende farmaceutiche in Italia) sta lavorando insieme ad AIFA e ai distributori per ridurre l'impatto che questa pandemia di Coronavirus potrebbe avere sulla logistica e la distribuzione dei prodotti farmaceutici in modo che possano arrivare in tempo soprattutto agli ospedali, che sono in questo momento quelli che ne hanno maggiormente bisogno. «Come azienda - spiega José Antonio Altozano, General Manager Norgine Italia, divisione italiana della multinazionale farmaceutica Norgine - abbiamo da subito lavorato a potenziare la nostra logistica, affinché i nostri farmaci venissero puntualmente recapitati, anche quando i grossisti hanno aumentato il volume degli ordinativi al fine di fare scorte per limitare la frequenza degli ordini stessi. Questo non è il momento di preoccuparsi delle vendite e del mercato: questo è il momento in cui le aziende farmaceutiche devono essere accanto ai medici e ai pazienti con ogni mezzo. I nostri farmaci, usati sia nella diagnostica che nella cura, non verranno a mancare, così come la nostra disponibilità e il nostro supporto a tutto il personale sanitario impegnato».



José Antonio Altozano (GM Norgine Italia)


Ma c'è un altro problema, non solo legato alla produzione, quanto alla distribuzione. Chi infatti ogni giorno si trova a passare farmacia per farmacia, ospedale per ospedale in situazioni quindi di alto rischio contagio. Operatori a cui mancano (anche a loro) mascherine, guanti, indumenti protettivi. E sono in molti quelli che cominciano a lamentare una situazione così rischiosa minacciando pure lo stop alle consegne.

L'appello arriva dall'Associazione distributori farmaceutici (Adf) e da Federfarma Servizi che, in una nota congiunta, ricordano di "«aver tempestivamente adottato tutte le misure idonee a contrastare la diffusione del coronavirus», ma denunciano che «dopo più di tre settimane di impegno indefesso, l'attuale difficoltà di reperimento delle mascherine e di ogni altro dispositivo di protezione e contenimento del contagio sta stressando fortemente la capacità del comparto distributivo di svolgere in sicurezza il proprio servizio pubblico».

«Se non verrà garantita la fornitura del materiale essenziale per la sicurezza del proprio personale - affermano le due sigle - c'è il rischio che i distributori non possano più svolgere regolarmente il servizio pubblico cui sono chiamati. Non potendo più essere garantiti i contatti con i farmacisti, verrebbe messa a rischio la possibilità di effettuare le consegne in farmacia e la capacità da parte di quest'ultima di svolgere il suo fondamentale ruolo di presidio sanitario sul territorio, indispensabile in questo momento più che mai per il Ssn e la popolazione in difficoltà».

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