Saldi di inizio legislatura
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Saldi di inizio legislatura

Le trattative di Bersani sembrano aver messo il Pd su una bancarella di Porta Portese

Ci vuole lo scalpo, altrimenti non se ne esce. E Pier Luigi Bersani si sta dando assai da fare per presentare il trofeo al suo Moloch, quel mostro insaziabile che risponde al nome di Beppe Grillo. L’ex comico che si è deciso a prendere in giro la politica italiana (e con lei gli italiani) vuole sbarazzarsi di Silvio Berlusconi, l’autentica ossessione che da vent’anni
rovina i sogni della sinistra e del suo codazzo radical chic.

Bruciato dalla non vittoria elettorale e terrorizzato dalla prospettiva di uscire ingloriosamente dalla scena, il segretario del Partito democratico ha iniziato subito la svendita dei propri valori, dei propri uomini, della propria classe dirigente. In una parola, è come se avesse messo in offerta la sua storia e quella del Pd su una bancarella della domenica a Porta Portese.

Ha iniziato con la svendita del programma, rimescolando le priorità. Gli interventi urgenti
e improrogabili per rimettere in moto l’occupazione e lo sviluppo sono stati immediatamente dimenticati; e quelli necessari e impellenti che potrebbero dare fiato e fiducia ai consumi, a cominciare dalla rimodulazione dell’Imu, hanno lasciato spazio alla soluzione indifferibile della prima piaga che affligge l’Italia, quella che diffama il Paese agli occhi del mondo e che non bisogna avere vergogna di pronunciare: il conflitto d’interessi.

Vestiti i panni di Johnny Stecchino, Bersani ha così offerto al suo Moloch una legge per azzoppare il Cavaliere. Per tentare di compiacerlo ha quindi svenduto Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, candidati della prima ora come presidenti delle Camere, e ha persino liquidato l’apparato del partito con l’annuncio di rinunciare al finanziamento (che si porterà dietro centinaia di licenziamenti nel Pd). Di qui a poco rimetterà in discussione la presenza
dei contingenti militari italiani nel mondo, i lavori della Tav, e si intesterà pure la crociata per annullare l’acquisto degli aerei F-35. Ma non è tutto. Perché il regalo più grande è e rimane lo scalpo di Berlusconi.

Per raggiungere l’obiettivo si può anche fare affidamento nell’effetto tenaglia con la magistratura. E qui le speranze, per Bersani, sono diverse: c’è la speranza di una interdizione dai pubblici uffici, da far seguire a una delle tante condanne che i tanti tribunali non vedono l’ora di pronunciare; e c’è la possibilità, da cogliere ovviamente al volo, di una qualsiasi richiesta di arresto proveniente da una qualsiasi procura da sottoporre al vaglio del Senato. In questo caso il Pd ha già fatto sapere di votare a scatola chiusa qualsiasi provvedimento restrittivo della libertà dell’ex premier accanto ai grillini che, va da sé, non aspettano altro.

È in questa cornice che Bersani si appresta a chiedere di governare l’Italia con una maggioranza purchessia. Inginocchiato e con la testa china davanti al Moloch pentastellare, il segretario del Pd ormai danza sulle macerie di quello che fu comunque un grande partito. Svenduto, con tutti i suoi valori, al peggior offerente.

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Giorgio Mulè