Russia, un omofobo a capo della corazzata delle news
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Russia, un omofobo a capo della corazzata delle news

Dmitri Kiselyov è stato nominato da Vladimir Putin direttore generale di Russia Today. Qualche mese fa aveva affermato che gli organi dei gay sono "inadatti alle donazioni"

Metti un omofobo a capo della più grande agenzia di informazione pubblica. E' l'ultima mossa di zar Vladimir Putin che, fresco del viaggio in Italia dove ha stretto la mano al presidente Enrico Letta e si è intrattenuto in un siparietto tutto giuggiole e sorrisi con Romano Prodi, appena tornato al Cremlino ha varato le nuove misure "per aumentare l'efficacia delle operazioni delle agenzie di informazione statali".

Una riorganizzazione radicale che ha messo sotto il cappello di Russia Today l'ansa di Mosca, Ria Novosti. Al vertice di tutto, ça va sans dire, c'è Vladimir Putin, che, in quanto presidente, decide senza consultarsi con chicchessia a chi assegnare le poltrone in prima fila e la sua scelta è caduta su Dmitri Kiselyov, noto conduttore televisivo inviso alle opposizioni e, soprattutto, alle ong per i diritti civili e umani.

La nomina di Kiselyov ha immediatamente scatenato le proteste della comunità gay internazionale. Mentre si avvicina la data di inizio delle olimpiadi invernali di Sochi e da più parti il movimento arcobaleno chiede agli atleti occidentali di boicottare i Giochi che si terranno in Russia, Vladimir Putin se ne infischia e, anzi, mette a capo di quello che diventerà il principale organo di informazione internazionale della Federazione un omofobo doc.

Solo qualche mese fa, ad agosto, il giornalista televisivo, che conduce un talk-show sulla principale rete pubblica, aveva candidamente affermato di essere a favore della nuova legge contro la propaganda gay e aveva addirittura rilanciato, chiedendo nuovi divieti più incisivi. 

"Credo che vietare ai gay di fare propaganda sui minori non è abbastanza", ha detto Kiselyov, che non pago ha aggiunto: "Credo che ai gay dovrebbe anche essere vietato di donare sangue o sperma e, se muoiono in un incidente, i loro cuori dovrebbero essere bruciati o seppelliti perché non sono buoni per la continuazione della vita".

Applausi scroscianti del pubblico in sala e immediata reazione dei gay russi, che hanno denunciato l'ennesimo attacco da parte del giornalista che non ha mai fatto mistero della sua vicinanza al capo del Cremlino e che ha continuato a sostenere in maniera convinta che gli organi degli omosessuali "non sono buoni per i trapianti". 

Kiselyov non si è mai scusato per queste sue affermazione dal sapore amaramente medievale, ma le ha invece difese con orgoglio, tanto da meritarsi il "premio" che oggi - puntualmente - gli è arrivato. Avrà sotto di sé la corazzata dell'informazione russa, con un potere pressoché illimitato. Sostanzialmente, dovrà riferire solo a Putin e finché lo zar vorrà potrà restare al suo posto. 

Nel decreto siglato dal capo del Cremlino con effetto immediato si legge che lo scopo principale di Russia Today sarà quello di "coprire la vita politica pubblica nella Federazione russa" per tutti i lettori esteri. Con lo stesso decreto viene liquidato il broadcasting di Stato Voice of Russia, che sarà accorpato sempre sotto il nuovo management diretto da Kiselyov.

Insomma, lo Zar ha accentrato ancora di più nelle sue mani il mondo dell'informazione e ha lanciato un messaggio molto chiaro alle opposizioni gay e non: potete dire e fare quello che volete, ma alla fine quello che succede a Mosca lo decido solo io. E l'incoronazione dell'omofobo Kiselyov ne dà la prova più concreta.

La comunità gay fa sapere che non resterà con le mani in mano e combatterà per la tutela dei propri diritti. Il punto è vedere come e - soprattutto - se riuscirà a trovare una breccia nelle ferree maglie dell'informazione pubblica, che a questo punto si sono strette ancora di più.

Intanto l'appuntamento di Sochi si avvicina. Chissà se Kiselyov riuscirà a fare il "miracolo" di far scomparire dall'informazione sulle Olimpiadi tutte le manifestazioni di protesta che sicuramente verranno messe in campo da atleti stranieri e non. Proviamo a fare un pronostico, scommettiamo che su certe immagini "scottanti" scatterà la pubblicità (di Stato)?.

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Anna Mazzone