Tutte le vacanze dei parlamentari
Giuseppe Lami/Ansa
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Tutte le vacanze dei parlamentari

Senatori nel panico davanti all'ipotesi di lavorare in agosto per la riforma del Senato. Eppure di ferie ne hanno fatte e ne fanno parecchie

Era il 10 agosto dello scorso anno quando la presidente della Camera Laura Boldrini rivendicò lo stakanovismo dei dei nostri deputati e senatori: “Le vacanze dei parlamentari italiani – disse allora - sono tra le più brevi. Questa volta l'Italia dà il buon esempio".

A parte il fatto che il concetto di brevità della presidente Boldrini possa essere opinabile, al di là del confronto con i colleghi europei, quanto durano le ferie dei nostri onorevoli e soprattutto, quanti giorni e quante ore lavorano ogni anno rispetto a tutti gli altri italiani?

La questione nasce da quanto sta accadendo al Senato in questi giorni dove le opposizioni stanno tentando di bloccare la riforma a suon di emendamenti. Ieri per discuterne tre sono state impiegate oltre 3 ore. Sel da sola ne ha presentati oltre 6.000, il M5S l'ha chiamata “democrazia”, ma il governo non ci sta e il ministro Maria Elena Boschi ha minacciato: “Siamo pronti ad andare avanti per tutto agosto”. Apriti cielo. Il solito senatore dem Corradino Mineo, accanito capofila del largo schieramento trasversale di dissidenti, si è fatto megafono del dramma che lui e i suoi colleghi stanno vivendo in questo frangente e sulla sua pagina Facebook ha criticato il calendario: "Condannati a qualche settimana di lavori forzati".

Addirittura! A parte il fatto che di fronte alla reale tragedia dei dati sulla disoccupazione in Italia, un rappresentante delle istituzioni farebbe bene a frenare le proprie esternazioni evitando di parlare di "lavori forzati", c'è da dire che i fatti, calendario alla mano, ci rappresentano uno scenario ben diverso da quello paventato dagli pseudo vessati Mineo&co.

Al netto di contingenze particolari e del solito “lavoro sul territorio” che, a loro dire occuperebbe tutto il poco tempo libero rimasto a disposizione, è bene intanto ricordare che deputati e senatori si presentano in Parlamento generalmente solo tre giorni a settimana: il martedì, il mercoledì e, al massimo, il giovedì mattina. Poi tutti a casa.

Per cui, calcolando che d'estate i lavori si fermano per una buona mesata (generalmente le ferie vanno dalla seconda settimana di agosto alla prima di settembre comprese), che a Natale si va in vacanza per altri 15 giorni in media e che i palazzi restano chiusi anche durante tutti gli altri giorni festivi previsti dal calendario, alla fine, secondo un calcolo realizzato da Openpolis relativo al 2012, la media è risultata di 80 giorni lavorati in un anno alla Camera e 50 al Senato.

Considerando che un impiegato qualunque ha diritto a circa 28 giorni di ferie l'anno, si capisce che chi siede in Parlamento avrebbe davvero poco di che lamentarsi. Soprattutto davanti a quei milioni di liberi professionisti, partite iva, collaboratori, lavoratori con contratti atipici, in nero e con il doppio e triplo lavoro che praticamente non si fermano mai. Sabati e domeniche comprese.

Spesso chi siede in Parlamento si difende invitando ad andare a guardare il lavoro effettivamente prodotto. Ebbene facciamolo.

Prendendo in considerazione i dati pubblicati da “Camere aperte”, il rapporto sull'attività del Parlamento nella XVI legislatura tra aprile 2008 e dicembre 2012, risulta che, in effetti, disegni di legge sono stati in tutto 9.572, le interrogazioni 42.877, le votazioni 17.938, gli ordini del giorno 15.567, i decreti legge 115, le interpellanze 1.933, gli emendamenti 203.372, i resoconti di sedute 18.436, gli interventi dei parlamentari 278.334, le risoluzioni 1.889. Una mole immensa di atti, circa 147.500 ogni anno, oltre 400 al giorno, da far pensare a un super lavoro incessante che non può aver lasciato tregua ai poveri parlamentari.

Peccato che un discorso sia presentare carte, un altro esaminarle ed eventualmente approvarle. Su quasi 9.600 disegni di legge, per esempio, solo 500 sono stati effettivamente presi in considerazione. Tutti gli altri (ai quali si aggiungono il resto delle scartoffie) hanno solo intasato gli uffici e rappresentato uno spreco di carta e denaro.

Quel che ne deriva è che la capacità legislativa delle Assemblee (il numero di leggi prodotte) non è in alcun modo direttamente proporzionale alle ore trascorse (spesso a bivaccare) nei Palazzi.

Che comunque, gira che ti rigira, restano sempre inferiori a quelle che impiegati, operai, imprenditori, commercianti trascorrono nei loro uffici, nelle fabbriche, nelle aziende, nei negozi e in qualsiasi altro luogo di lavoro.

A fronte, particolare certo non da poco, di stipendi anche fino a 10 volte inferiori e di tredicesime che nemmeno a parlarne.

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Claudia Daconto