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Terremoto: 21 appalti sotto la lente dei magistrati

Dai lavori nella scuola a quelli nell'ospedale, fino al crollo della caserma dei Carabinieri. Il sospetto dei pm: certificati antisismici falsificati

Dai materiali adoperati per verificare come sia stato costruito ogni singolo centimetro cubo degli immobili crollati o lesionati fino alle procedure, alle autorizzazioni, agli appalti. L'obiettivo è quello di comprendere come siano stati adoperati i contributi pubblici, per un totale di 3 milioni di euro, piovuti su Accumoli e Amatrice dopo il sisma del 1997 e - a quanto sospettano i magistrati - mai utilizzati o utilizzato solo in parte per la messa in sicurezza degli edifici crollati.

Sono due i fascicoli aperti dai giudici, due filoni di inchiesta, uno seguito dalla procura di Rieti e un altro ad Ascoli per il versante marchigiano, ma è a Rieti che l'inchiesta sulla presunta malversazione dei soldi pubblici nella gestione del post-terremoto del 1997 è in uno stadio più avanzato. Ad Amatrice, il comune più colpito, le strutture che avrebbe dovuto essere messe in sicurezza erano tredici, per un milione e 860 mila euro, 630 mila dei quali elargiti dalla Curia e mai rendicontati. Ma soltanto due - le chiese di San Michele Arcangelo (100 mila euro) e quella di Icona Passatore (200 mila euro) - erano state collaudate, in tempi recenti. Quelle due strutture ora sono da periziare per quantificare i danni.

GLI EDIFICI DI ACCUMOLI E AMATRICE NEL MIRINO
C'è anche la Chiesa di Accumoli, quella dove è crollato il campanile sotto il quale è morta tutta la famiglia Tucci, che era stata persino collaudata e per la quale il comune ricevette 125 mila euro, la gran arte dei quali - sospettano i magistrati - fu adoperato non per la messa in sicurezza della strutture, ma per migliorie che nulla avevano a che vedere con la destinazione d'uso.  Eppure, l’intervento di adeguamento era necessario dopo il terremoto dell’Umbria del 1997 che aveva provocato evidenti lesioni al campanile della chiesa di Accumoli. La pratica, avviata nel 2004, si risolse soltanto - grazie a un appalto aggiudicato dalla ditta Cricchi (sotto inchiesta a L'Aquila) - in semplici «migliorie» della struttura, senza quella messa in sicurezza grazie alla quale la vita di un'intera famiglia avrebbe potuto forse essere salvata. Ci sono poi i lavori alla caserma dei carabinieri di Accumoli - per i quali erano stati stanziati 150 mila euro - che è quasi completamente crollata. O quelli alla Chiesa di Sant'Angelo di Amatrice, per i quali Stato e regione versarono 260 mila euro, lavori che erano ancora in corso quando è avvenuto l'ultimo terremoto.

Più in generale sono emerse molte irregolarità nelle ristrutturazioni degli edifici pubblici che avrebbero dovuto essere adeguati sismicamente. Tanto che, secondo i magistrati, gran parte dei certificati di collaudo per la sicurezza sismica potrebbero essere stati falsificati. La decisione della procura di Rieti è quella di aprire un fascicolo su ogni edificio restaurato, chiamando a testimoniare e a portare la documentazione tutti i direttori lavori, le aziende che hanno vinto gli appalti. Perché - nonostante la destinazione d'uso dei fondi fosse quello di mettere in sicurezza le strutture interessate - i soldi sono stati spesi in gran parte per semplici migliorie interne? È questa la domanda che si fanno i magistrati coordinati  dal procuratore Saieva.


Uno scorcio della scuola Capranica crollata sotto i colpi del sisma ANSA

LA SCUOLA DI AMATRICE
A finire sotto la lente dei magistrati retini, poche ore dopo il sisma che ha devastato il centro Italia, c'è anche  la scuola Capranica di Amatrice i cui lavori di ristrutturazione complessiva e adeguamento sismico di una porzione dell’edificio centrale sono stati effettuati in tempi recenti, grazie a un finanziamento di 600 mila euro assegnati dalla Regione, senza che questo impedisse seri danneggiamenti della struttura. Sulla vicenda della scuola di Amatrice - della quale il pm Giuseppe Saieva ha dichiarato di voler passare al setaccio ogni singola pietra - c'era e c'è tuttora una guerra dello scaricabarile in corso tra la Regione Lazio che erogò il finanziamento e il Comune di Amatrice, accusato dalla Regione Lazio di non aver mai realizzato per intero un’opera di adeguamento sismico, che forse - secondo i tecnici della Protezione civile - avrebbe reso necessario  incatenare all’interno la struttura con barre metalliche, non solo mettere una parte dell'edificio come è stato fatto. «L'esperienza e la logica ci dicono che, ad Amatrice, le faglie hanno fatto tragicamente il loro lavoro. E questo si chiama destino. Ma se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati» ha sintetizzato il pm Saieva.

Al lavoro dopo il sima che ha fatto crollare l'ospedaleANSA FOTO


L'OSPEDALE GRIFONI DI AMATRICE
Era dal 2009 che la struttura ospedaliera alle porte della cittadina attendeva un'opera di adeguamento sismico ritenuto «urgente e indifferibile» ma rimasto lettera morta. Fu persino fatto dalla Regione Lazio il bando di gara, vinto dal Consorzio Cooperative Costruzioni, un colosso del settore dell'edilizia della zona. Furono persino stanziati 2.1 milioni di euro dalla Regione per realizzare l'opera di adeguamento sismico necessario, fondi che furono poi ritirati dalla Regione Lazio scatenando una guerra tra il Comune e la Regione, con la Asl di Rieti e il suo direttore sospettati malversazione e favoritismi nell'assegnazione degli appalti per la ristrutturazione dell'ospedale. Nonostante gli allarmi, nonostante non mancassero i soldi, i lavori per l'adeguamento sismico non sono mai partiti. Il pm vuole vederci chiaro. Anche in questo caso è partito lo scaricabarile tra Regione, Comune, Asl retina.


L'ALTRA INCHIESTA
Oltre a quella di Rieti, anche  la procura di Ascoli si è messa a lavoro su quattro edifici killer e sulla caserma dei carabinieri ad Arquata, semicrollata. I vigili del fuoco stanno preparando le prime relazioni sullo stato dei paesi del cratere colpiti. Anche il versante marchigiano è finito sotto la lente dei magistrati.

terremoto Arquata del Tronto
Giuseppe Bellini/Getty Images
Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), 24 agosto 2014. Le macerie di un'abitazione distrutta dal sisma.

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