Governo Renzi sull'orlo di una crisi di nervi (di Alfano)
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Governo Renzi sull'orlo di una crisi di nervi (di Alfano)

Il premier incaricato non vuole che il suo sia una fotocopia del governo di Enrico Letta. Ncd vuole bocciare l'Italicum. Elezioni in autunno? Berlusconi: "Rivinciamo noi" - toto ministri

“Questione di ore e chiudiamo tutto”, rassicura in serata Matteo Renzi. Ma intanto a stare davvero poco sereno è Angelino Alfano. Riunione della maggioranza con il premier in pectore andata nel pomeriggio in buca. Secondo i maligni, perché Renzi non concederebbe ad Ncd né il ministero dell’Interno né il posto da vicepremier. Secondo gli alfaniani, come Fabrizio Cicchitto, sarebbero “leggende metropolitane: il punto non sono i posti ma il programma”. Ma la paura vera degli alfaniani sarebbe un’altra. La spiega a Panorama.it, il deputato Sergio Pizzolante: “Non abbiamo litigato per le poltrone, il punto è un altro: noi non vogliamo un governo balneare di fatto Renzi-Berlusconi che serva a fare la legge elettorale, le nomine e poi andare al voto. Non pietiamo nessun posto”. Ed intanto la fiducia potrebbe slittare di un giorno, a martedì.

Eccola qui la verità: l’Italicum per Ncd rischia di trasformarsi in un “Italicus” che non può che costringere Anfano a tornare a casa da Silvio Berlusconi. Non a caso Ncd tuona: il governo non nasce se prima non si fa il senato federale e poi la riforma elettorale. In buona sostanza un tentativo di far naufragare l’Italicum.

Che quello che sta per nascere rischia di essere un governo debole, del resto, lo fa capire anche Berlusconi parlando con i suoi parlamentari quando avverte che la crisi economica “non può che far vincere noi dell’opposizione”. Dà atto al premier in pectore di voler fare le riforme e di “non essere un comunista”, ma fa capire chiaramente l’ex premier che le elezioni politiche ormai non sarebbero poi così lontane. Non a caso invita i suoi  parlamentari a non infierire su “Angelino”. Perché se dovrà tornare a “casa” bisognerà aiutarlo.

Intanto, procede senza sosta l’altalena del toto ministri. Sembra che all’Interno ambienti vicini al Colle vorrebbero Gaetano Quagliariello, ma non per spaccare Ncd, semmai per favorire un accordo per la quella maggioranza solida e certa che Giorgio Napolitano esige a tutti i costi. Ma un’altra è l’esigenza di Renzi che non vuole a tutti i costi un governo fotocopia di quello di Enrico Letta, insomma un Renzi-Alfano. C’è chi assicura che anzi il premier in pectore vorrebbe proprio Alfano fuori.

All’Economia accanto a Guido Tabellini cresce il nome dell’economista Pier Carlo Padoan, ex direttore del Fmi e vicino a Massimo D’Alema. Padoan infatti ha a lungo collaborato con la fondazione Italianieuropei. Era per questo e per il occupare la casella da commissario Ue che Massimo D’Alema l’altra sera si è incontrato con Renzi alla Camera? Non bisogna sottovalutare il fatto che D’Alema, essendo vicepresidente dell’Internazionale socialista, è fondamentale per Renzi per l’ingresso di fatto già avviato del Pd nel Pse.

Dunque, avremo a ore la lista dei ministri? Renzi assicura di sì. Ma qui se c’è un leader sereno e sul serio, senza alcuna ironia, quello è Berlusconi che, dopo la sceneggiata di Beppe Grillo da Renzi in diretta streaming, si conferma il vero leader dell’opposizione, quella seria e responsabile. Nella tarda serata di oggi giovedì 20 febbraio si vociferava di un nuovo faccia a faccia Renzi-Alfano.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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