Renzi e Berlusconi in sintonia con gli italiani
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Renzi e Berlusconi in sintonia con gli italiani

Il loro incontro è una speranza per il paese; l'inizio di una nuova era politica. Chi critica è fuori dal tempo - I retroscena - La cronaca

Era così difficile? Silvio Berlusconi entra nella sede del Pd e ne esce in “piena sintonia” con Matteo Renzi. Risultato: la riforma della legge elettorale per la prima volta è a portata di mano. Come l’abolizione del Senato nella sua inutile e dispendiosa costruzione attuale. E l’Italia può ripartire, il Muro è crollato. Si può collaborare: destra e sinistra insieme.

Alla sensazione di poter finalmente respirare a pieni polmoni si aggiunge la rabbia, il rammarico, per il tempo perduto. Almeno due generazioni. Ma va bene così, a meno che gli sconfitti di ieri (i Letta, gli Alfano, i Fassina, i Monti) non riescano a distruggere quest’ultimo sussulto di buonsenso della politica nazionale, strangolandolo con la corda delle loro astute manovre di Palazzo. Ex comunisti e ex democristiani, sedicenti centristi e moderati che in nome “dell’interesse del paese” hanno bloccato il rinnovamento di cui l’Italia aveva (e ha) tragicamente bisogno.      

Resta un piccolo problema di identità che i politologi potranno sviscerare nelle università: se esistano ancora una destra e una sinistra. Dilemma che non turba gli italiani, ansiosi di recuperare il terreno perduto. È probabile infatti che l’Europa aggiorni al rialzo le stime di crescita 2014. Solo noi arranchiamo, affogati nel limbo di un governo senza investitura popolare e nella cultura interessata dell’inciucio e delle caste politiche, burocratiche, giudiziarie, intellettuali... Noi, incapaci di tutto: austerità, revisione della spesa, crescita, politica fiscale, investimenti… Incapaci di riportare il merito al primo posto.      
Forse ora abbiamo una chance. Io ho 53 anni e sono tagliato fuori, ho perso trent’anni. Ma vedo un barlume di speranza per i nostri figli.   

Certo, Berlusconi viola il tempio della sinistra sotto il lancio di uova del “popolo viola” (popolo? quattro gatti), il lancio di bufale dell’alfaniano di turno Cicchitto, che col cervello vecchio di un secolo paragona il patto Renzi-Berlusconi a quello Molotov-Ribbentrop (solo per mascherare la paura di perdere il privilegio di riaccomodarsi in Parlamento) e il lancio di velenose banalità dei giornalisti-megafono della superiorità antropologica della sinistra come Curzio Maltese, quello che da vent’anni scrive sempre lo stesso pezzo sulla “politica spettacolo” di Berlusconi e che oggi sprizza veleno su Repubblica: “Un esercito di carabinieri è schierato a proteggere un pregiudicato da cittadini incensurati, invece del contrario… Con il suo fiuto infallibile per l’illegalità, Berlusconi ha scelto fra le proposte di Renzi non solo la peggiore, ma anche l’unica potenzialmente più incostituzionale del Procellum”.

La contrapposizione non è mai stata più netta. Da un lato c’è Renzi che procede come un Caterpillar, in sintonia con Berlusconi ma anzitutto con gli italiani. Dall’altro ci sono personaggi come Enrico Letta, che ha perso la grande occasione di diventare un leader, o Angelino Alfano privo di una visione più larga di quella che gli è data dalla sua posizione di ministro e che ha tradito il padre putativo Silvio pur di restare abbarbicato alla sua poltrona, o Gianni Cuperlo robot dalemiano reduce dell’apparato di partito come ultimo dei Mohicani, eterno leader dei giovani invecchiati del Pci. Roba da scatoloni in soffitta.

Si vedrà ora come si comporterà il Garante, Giorgio Napolitano. Se avrà la generosità di riconoscere che c’è una possibilità di rinnovamento per il paese, da assecondare e favorire. O se prevarrà un riflesso condizionato di gelosia per la perdita oggettiva di potere (personale).

Ultime due osservazioni: chi rimprovera a Renzi di aiutare Berlusconi ha torto marcio, perché il crollo del Muro toglierà voti al centrodestra e li porterà al Pd di Matteo (e non viceversa). Berlusconi lo ha capito e per questo non insiste sulla caduta del governo, sa d’aver bisogno di tempo per ricostruire una classe dirigente credibile a destra. Seconda: la concretezza del dialogo Renzi-Berlusconi è anche l’unica possibilità di sfuggire alla deriva surreale e inconsistente di grillini e fondamentalisti, di destra e/o di sinistra.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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