Le ragioni economiche degli indipendentisti catalani
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Le ragioni economiche degli indipendentisti catalani

I trasferimenti dello Stato centrale penalizzano la Catalogna: un grafico di El Paìs spiega come

D'accordo, ci sono ragioni profonde. Storiche: si pensi solo alla Catalogna, l'ultima regione a cadere di fronte all'avanzata delle truppe franchiste provenienti dal Marocco coloniale, negli anni della sanguinosa guerra civile spagnola. Linguistiche: il catalano sta al castigliano come il francese all'italiano, ed è la lingua tuttora egemone in Catalogna nonostante la durissima repressione dei decenni perduti di Francisco Franco. Culturali: i catalani, mediamente, sono più dinamici e cosmopoliti dei loro concittadini che vivono a Madrid o a Valencia.

Ma c'è anche una ragione, economica, serissima, che può contribuire a spiegare i motivi per cui così tanti catalani - di destra, di sinistra, di centro - vogliono dare l'addio alla Spagna, a prescindere anche dalla decisione d'imperio della Corte Costituzionale spagnola di sospendere il referendum indipendentista del 9 novembre. E questa ragione ha a che fare con la fredda conta dei trasferimenti statali negli anni della Grande crisi. Dei 13,1 miliardi che Madrid destinerà alle 17 comunità autonome (+8,38% rispetto a quello previsto nell'anno in corso), alla Catalogna, che contribuisce per il 19% al PIL, andrà il 9,5% del totale (944 miliardi) contro l'11% ricevuto l'anno scorso (1,072 milioni).

Secondo calcoli del quotidiano di Barcellona La Vanguardia da quando, nel 2011, il Partido Popular è al governo, gli investimenti statali in Catalogna sono diminuiti del 57,9%. Il tutto è racchiuso anche in un grafico che divide la mole complessiva dei trasferimenti dello Stato centrale spagnolo per il numero di abitanti, curato da El Paìs. La fonte è insospettabile: il ministero delle Finanze di Madrid. La Catalogna è una delle cenerentole. Eppure è la locomotiva di Spagna.

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