Quanto vale l'Italia? 20 centesimi
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Quanto vale l'Italia? 20 centesimi

Racconto di un'ora in coda dal benzinaio con il prezzo "speciale"

12.50: mancano 10 minuti. La tensione è palpabile. C'è chi fischietta, chi cerca riparo dal caldo all'ombra, chi sfoglia un giornale ma soprattutto è il telefonino il migliore amico dell'uomo in situazioni come queste. Tutti in attesa davanti al benzinaio noto per il maxi sconto estivo: 20 centesimi al litro in meno del prezzo consigliato.

Faccio un rapido conto. Ci saranno quasi 40 macchine. Troppe. Rinuncio e vado a godermi il pranzo a casa "...tanto poi - penso - passata la prima ondata non troverò nessuno". Mi ripaleso così 2 ore dopo. Le macchine sono sempre 40, ma diverse.

Lissone, cuore della "ricca" (una volta) Brianza. Città di mobilieri che per decenni hanno dominato il mercato nazionale e non ed oggi soccombono alla crisi. Il viale dove si trova l'Eni Station una volta era un pullulare di salotti, cucine, armadi, luci. Nel giro di due anni hanno chiuso quasi tutti, sostituiti (ultimo in ordine di tempo) da una rivendita di mozzarelle di bufala.

In molti sono via per il week end, chi resta però è qui, in coda perchè dopo che hai sfiorato i 2 euro al litro per la benzina poterla pagare 1,580 è davvero una bella soddisfazione. Nei 30 minuti di attesa mi guardo attorno e scopro un paese in vendita, come me, per 20 centesimi. Perchè ci siamo tutti, ma proprio tutti.

C'è il ragazzino con il suo scooter con le 10 euro fornite da mamma e papà, come ogni fine settimana. C'è il pensionato con la canottiera bianca che chiede spiegazioni su come funzioni l'offerta, dove deve mettere i soldi, qual'è il numeri della sua pompa, come distinguere il diesel dalla senza piombo. Fin qui però niente di straordinario. Per chi fa fatica, davvero fatica, un risparmio di 5-10 euro sono soldi "veri". "Stasera pizza...." commenta il pensionato le cui mani raccontano una vita passata in fabbrica, a lavorare legni ed imbottiture.

Ma non ci sono solo utilitarie. Accanto a me, alla pompa numero 2, si aggira incerta una signora "bene". Lo si capisce dalla macchina (tedesca) da super lusso che giuda e dall'abbigliamento firmato da capo a piedi. "Scusi, giovanotto? mi può aiutare?...." mi chiede. "Sa - aggiunge ringraziandomi - non ho mai fatto benzina al self service prima d'ora... Però, sa, con i tempi che corrono mio marito mi ha detto di fare benzina qui..."

I tempi che corrono.... La signora, anzi "sciura" per dirlo in lingua meneghina, per la prima volta in vita sua mette la banconota, impugna la pistola ed i suoi vestiti si impregnano di carburante. Potere dei 20 centesimi. "Sa - racconta il gestore, che malgrado l'orario di chiusura è presente per fare un po' di ordine nel piazzale - una volta veniva chiedeva il pieno e pagava con la carta di credito senza nemmeno chiedere l'importo...".

Ad un certo punto un suv sterza all'improvviso e supera la fila. Lo sguardo dei presenti è simile a quello di un branco di iene inferocite e, quando do per certa la rissa, l'uomo capisce che aria tira ed a gran voce esclama: "Non ho rubato il posto a nessuno. Questi sono i miei parenti e devo pagare per tutti!". In effetti vedo, in fila indiana, un furgone, un furgoncino ed un'utilitaria. Scopro in pochi secondi che l'uomo è un mobiliere ed alla guida dei mezzi ci sono il figlio, un dipendente e la moglie. Dalla tasca esce una mazzetta di banconote da 100 e 50 che magari una volta avrebbe sventolato nel negozio di vestiti alla moda, oggi invece servono per il lavoro. "Risparmio circa 20 euro per ogni pieno. Sono 80 euro a settimana, 320 al mese! E chissene della scheda carburante.." . La carovana di famiglia è riempita fino all'orlo. Si può tornare a casa.

Tocca a me. Faccio il pieno, poi torno a casa e ripeto l'operazione con la macchina della moglie. Le scene che ritrovo nella fila successiva sono le stesse. Giovani ed anziani, suv ed utilitarie, ricchi (finti) e poveri perché lo sconto non fa differenze.

Siamo un paese in crisi, anzi, in vendita. Ora so anche qual'è il nostro prezzo.

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Andrea Soglio