Priebke, l’onore militare e l’indifferenza
Chissa’ quante grasse risate si sara’ fatto Erich Priebke laggiu negli inferi, dandosi di gomito con Satanasso, nel vedere fronteggiarsi in suo nome due delle peggiori italie oggi in circolazione. Si perche’ le scene di violenza materializzatesi tra i placidi …Leggi tutto
Chissa’ quante grasse risate si sara’ fatto Erich Priebke laggiu negli inferi, dandosi di gomito con Satanasso, nel vedere fronteggiarsi in suo nome due delle peggiori italie oggi in circolazione. Si perche’ le scene di violenza materializzatesi tra i placidi colli albani hanno avuto come protagonisti esemplari antropologici dei quali la nostra societa’ potrebbe fare volentieri a meno senza per questo patirne conseguenze rilevanti. Materiale da museo o da rottamaio professionale che, purtuttavia, riesce ancora a dare pessima prova di se ogniqualvolta se ne presenti l’occasione.
E cosi’ il fiero antagonismo di sinistra che ancora si pasce nel mito di una quota della resistenza partigiana che in fatto di rappresaglie contro innocenti qualche spiegazione plausibile alla storia la dovra’ pur dare prima o dopo, si e’ scontrato a brutto muso con un’accozzaglia di estremisti di destra che se il QI avesse un qualche ruolo nell’ammissione al pubblico pensiero rimarrebbe saldamente confinata in qualche isola deserta del consorzio civile.
Erich Priebke non meritava tanta attenzione e cancellarne la memoria nell’oblio sarebbe stata la scelta piu’ logica conservando, all’opposto, il valore del sacrificio delle sue vittime. Tra le tante farneticazioni che il suo testamento “morale” che come tale solo il suo avvocato/badante puo’ definire, ve ne e’ una che merita, a mio giudizio, una riflessione.
E’ il passaggio dove il capitano delle Schultzstaffeln si appella all’onore militare per “giustificare” i suoi crimini feroci. Per chiunque abbia creduto nei valori dell’ “onore militare” questo richiamo suona tanto blasfemo quanto contrario alla verita’.
L’onore militare non contempla rappresaglie e vittime innocenti.
L’onore militare non si fregia di soperchierie nei confronti del debole.
L’onore militare non ha nulla a che fare con la legge del taglione o del piu’ forte.
L’onore militare ha a che vedere con principi di etica, disciplina, rispetto dei commilitoni e del nemico, una summa di principi ideali che puo’ considerarsi parte dell’etica quale filosofia morale. L’onore militare e’ un valore intimo e profondo che ha le sembianze di persone epiche come Ulisse che affronta Scilla e Cariddi armato di giavellotto per difendere i suoi uomini o di persone semplici semplici come Salvo D’Acquisto il ventitreenne vicebrigadiere dei carabinieri che il 23 settembre 1943 a Torre di Palidoro mori’ fucilato dai commilitoni di Priebke al grido “viva l’Italia” dopo essersi accusato di un attentato mai compiuto onde salvare la vita di 22 persone ai quali i nazisti avevano gia’ fatto scavare le fosse.
Ecco una contestazione di merito per cancellare con un tratto di penna il lascito ideologico di un criminale forse ci poteva stare.
Per il resto, ogni tanto, dovrebbe prevalere il coraggio dell’indifferenza.