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Il presepe con i bossoli di Assisi

Il bambinello poggiato su una mangiatoria di 445 bossoli, tanti quanti sono stati i martiri dal 2000 ad oggi. Il forte messaggio dei Frati francescani

Un presepe fatto con un inquietante tappeto di bossoli d'arma da fuoco e col Bambinello posto a giacervi in una mangiatoia colma di analoghi bossoli in ricordo dei martiri cristiani del terzo millennio. Senza ombra di dubbio, è la prima volta che la scena per eccellenza delle festività natalizie viene realizzata in una cornice fatta di residui bellici.

È il presepe dei Frati conventuali del Sacro Convento di Assisi inaugurato la sera della festività dell'Immacolata insieme all'accensione del gigantesco Albero di Natale nella piazza Inferiore della basilica, presenti autorità civili e religiose, il padre Custode Mauro Gambetti, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa e del mensile San Francesco Patrono d'Italia, e del cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione vaticana per il Clero.

È ormai tradizione consolidata che i frati di Assisi – in ricordo del primo presepe realizzato da San Francesco a Greccio circa 800 anni fa – ogni anni dedichino il loro presepe ad aventi che hanno catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale.

Per il Natale 2017, il presepe francescano “parla” degli operatori pastorali uccisi in odio alla fede e ai missionari che operano in condizioni precarie e di estrema povertà in ogni angolo della terra.

Ed i bossoli utilizzati sono 445, tanti quanti sono stati i martiri dal 2000 ad oggi (secondo i dati dell’Agenzia Fides, l'organismo di informazione di Propaganda Fide, il dicastero vaticano delle missioni). L'albero, alto 15 metri, offerto dalla Regione Liguria che quest'anno ha donato l'olio per l'accensione della lampada di San Francesco, proviene dalle foreste del parco naturale regionale dell’Aveto grazie all'aiuto della Cooperativa Alta val D'Aveto.

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Il bambinello sulla mangiatoia di bossoli - 10 dicembre 2017 (Credit: Ufficio Stampa)


Il significato del Presepe

Ma perchè allestire il giaciglio del Bambinello con bossoli di arma da fuoco? “Il Natale – spiega padre Fortunato - non è una favola per bambini e San Francesco l’aveva compreso così bene che ha ‘drammatizzato’ il presepe, ha pianto perché vedeva e notava che l’Amore non era amato. Come ogni anno da Assisi, noi frati, proponiamo un presepe “diverso” dal forte significato religioso e sociale. Quest’anno un Bambinello tra i bossoli è un’immagine che – avverte padre Fortunato- servirà a ricordarci i 445 operatori pastorali uccisi dal 2000 ad oggi in odio alla fede. È bene oggi deporre il bambinello in una mangiatoia di bossoli così da non dimenticare quello che accade ogni giorno intorno a noi “.

La testimonianza

Presenti all'inaugurazione, tra gli altri, il prete di “periferia”, don Silvano Rughi, e la sorella di padre Paolo Dall’Oglio, Cecilia Dall’Oglio, il religioso gesuita da anni sparito in Siria, dove era fortemente impegnato a creare ponti e rapporti fratelli tra le varie etnie.

"Il presepe ci dice che ogni notte buia dell’uomo, come è appunto l'oscura vicenda di padre Dall'Oglio, la solitudine o la disperazione, la crisi o le difficoltà, la povertà o l’indigenza può essere illuminata e abitata dalla luce della pace" dice padre Fortunato che continua: "Il presepe ci dice che davanti a Gesù non esiste un uomo più ricco o più povero, più grande o più piccolo, esiste solo la dignità della persona"

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Orazio La Rocca