Unioni Civili a Milano. Cambia l'orizzonte di una città
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Unioni Civili a Milano. Cambia l'orizzonte di una città

Katia Acquafredda, coordinatrice dell'Associazione Nazionale Lista lesbica Italiana. Milanese. "E' una svolta culturale per la città"

Che sia lieta, lo si capisce quando risponde. “Una grossa apertura che ci rende davvero felici, se si pensa che sia arrivata senza provocare spaccaturev all'interno della sinistra”. Ha dovuto attendere 48 anni prima che la sua città sancisse la piena legittimità tra coppie omosessuali e coppie di diverso sesso. Katia Acquafredda, ha creato una sorta di lista a sostegno delle coppie lesbiche: Associazione Nazionale Lista Lesbica Italiana (“Un’associazione senza sedi. Tra l’altro a metà ottobre organizzeremo un salone con il patrocinio del comune di Milano si chiamerà “Fuori salone”) presente sul web e con oltre diecimila contatti tra mailing list e adesioni.

In questi anni ha dato sostegno alle coppie Lgbt fattasi promotrice di un riconoscimento che da ieri anche la città di Milano mette nero su bianco con l'istituzione del registro per le unioni civile. La terza città dopo Torino e Bologna, ma con un peso ben maggiore se si pensa alla comunità cattolica che in questi anni si è opposta.

“Vedete si è votato e non si è spaccata la maggioranza di Pisapia, ciò significa che non è irrealizzabile per la sinistra varare un registro”. Un registro nella arcidiocesi più importante della cristianità. “E’ una svolta culturale, prima ancora dei diritti. E per di più grazie all’accordo con l’area cattolica di entrambi i partiti che siedono in consiglio”. Una frattura che il pd ha evitato anche grazie ad arzigogoli linguistici, che all fine hanno permesso il voto favorevole.

Ma davvero i milanesi sono favorevoli a questo registro? “E’ una battaglia trasversale e Milano è più avanti di quanto si pensi. Bisogna ammettere che questo è l’epilogo di un percorso già intrapreso dal Comune. Certo è che in città cambia l’orizzonte simbolico. Per la prima volta un’unione omosessuale diventa qualcosa di normale. Per noi che facciamo parte di una generazione che ha lottato per il riconoscimento rimane un successo, ma più importante è per i giovani che scoprono la propria omosessualità. Non dimentichiamo che tra i giovani rimane incidente sul numero dei suicidi”.

E non riesce a nascondere la soddisfazione per un voto che è giunto dopo un consiglio durato undici ore e che ha provocato pure le “pacate” invettive del cardinale di Milano, Angelo Scola che aveva settimane fa fatto sentire la sua voce contraria. Chissà dunque,  se i milanesi oltranzisti riusciranno a farsene una ragione. “Ma che dite. I milanesi vivono sotto il sole. Adesso il problema rimmarrà l’adozione. Ma chi ricorda che i figli vengono già affidati ai single? Vedremo che succederà, sarà il prossimo passo, speriamo”. Oggi è un giorno di orgoglio, senza eccessi anche per Katia,  fiera della sua città.

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Carmelo Caruso