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Tabacci e Bonino, perché è un matrimonio d’interesse

Altro che "folgorazione in bicicletta". L'operazione di dare il simbolo di CD alla lista +Europa è l’ultima chance per Tabacci di rimandare la pensione

Cos’hanno in comune un cattolico e un laico? Apparentemente nulla, ma nella politica italiana si è celebrato un matrimonio impossibile. Bruno Tabacci, democristiano doc, ha messo a disposizione il simbolo di Centro democratico alla lista +Europa di Emma Bonino per superare il problema della raccolta firme che stava mettendo in seria difficoltà i Radicali per le prossime elezioni politiche.

Secondo una norma contenuta nel Rosatellum infatti sono esentati dalla raccolta firme per la presentazione delle liste tutti i partiti presenti in parlamento al momento delle elezioni. Poi poco importa che Centro Democratico sia un partito con percentuali da prefisso telefonico e conti su una sparuta truppa di 12 deputati.

Bruno Tabacci in questa vicenda si è ritagliato il ruolo del "principe azzurro" che accorre a salvare Emma e i suoi con il suo simbolo. Ma la realtà è un po’ diversa, perché bene non si capisce chi salverà chi.

Il Rosatellum prevede lo sbarramento del 3 per cento per l’ingresso in Parlamento e senza la leadership di Emma Bonino rimarrebbe una chimera impossibile per i centristi. Lo scambio tra i due sembra equo per un obiettivo che rimane comunque complicato senza apparentamenti con il Pd che in queste ore teme che il nuovo gruppo chieda più posti in lista.

I vantaggi per Tabacci

Il diavolo e l’acqua santa, quindi hanno stretto un accordo pur di entrare in Parlamento, dopodiché le strade potranno anche dividersi. Per Tabacci, già alla quarta legislatura, l’accordo con i Radicali rappresenta l’ultima chance per rimandare il tempo della pensione – tanto che, nei mesi scorsi, aveva già proposto la stessa operazione a Giuliano Pisapia, poi ritiratosi dalla corsa. Segno evidente, che aldilà delle parole di circostanza spese in favore della Bonino, i centristi erano già in cerca di un partner mediaticamente più in vista del loro anonimato, a cui poter rivendere il privilegio dell’esenzione delle firme.

L'esperienza politica... democristiana

D’altronde Tabacci è un uomo navigato ed è figlio della scuola Dc a cui è iscritto dal 1964 e sa bene che in politica tanto si prende quanto si dà. Ha vissuto la sua militanza sulla barricata opposta a quella delle battaglie radicali anche se oggi, a 70 anni, riconosce che Marco Pannella su alcuni temi aveva ragione. Prima di entrare in Parlamento, ha collaborato nelle segreterie dei pezzi da novanta del partito come Ciriaco De Mita e il primo ministro Giovanni Goria e ha raccontato alla stampa di aver preso questa decisione in Puglia mentre andava in bicicletta, forse a Polignano a Mare dove due anni fa ha acquistato una casa (come risulta dalla dichiarazione patrimoniale pubblicata sul sito della Camera), come una sorta di folgorazione sportiva.

Per cui se oggi Tabacci spiega il salvataggio di Emma Bonino affermando che sarebbe stato “un peccato disperdere la sua esperienza, saremmo stati tutti più poveri” e sicuramente più lontani dal Parlamento verrebbe da aggiungere "visto che Centro Democratico nei sondaggi è unito a quella voce “Altri” che raccoglie mini partiti e che oggi conta complessivamente su un 5,8 per cento".
Certo “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” avrebbe commentato con la sua lucida e tagliente ironia, Giulio Andreotti, un altro democristiano navigato.

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Sara Dellabella