Soldi alla politica: i partiti ora temono un blitz di Monti
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Soldi alla politica: i partiti ora temono un blitz di Monti

Legge elettorale. Finanziamenti ai gruppi. Trasparenza. I tecnici potrebbero decidere di mettere i parlamentari con le spalle al muro

Siamo tutti terrorizzati dallo spettro di un decreto sui partiti. Che figuraccia! Pensi, un governo tecnico che a causa della nostra inerzia è costretto a mettere mano anche alla materia politica”. Parliamo di legge elettorale e di riforma dei partiti: due slogan sventolati da mesi da tutte le segreterie politiche, ma fino ad oggi mai tradotti in azioni concrete. La risposta è da cercare nelle continue variabili dello scenario politico: “Vogliamo una legge elettorale per accontentare i cittadini, oppure per salvare la poltrona a quelli del cerchio magico?”, commenta con tono polemico un deputato di centrodestra.

Il ragionamento è: “Finché a decidere le trattative sulla modifica dell’attuale Porcellum sarà il solito Politburo allora si schiveranno tutte le occasioni utili di autoriforma della politica”. Insomma, si sta consapevolmente perdendo tempo. Nella speranza che tra l’arrivo del DEF (Documento di Economia e Finanza, ndr) e le varie emergenze, ci si possa allungare sui tempi e arrivare alla scadenza dell’ultimatum con una bandierina bianca.

Ma alla resa della politica non sono certo  che il Governo risponderà con altrettanto abbandono”, si confida un membro della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Gira voce che l'esecutivo stia pensando ad un decreto per intervenire su alcune promesse mai mantenute dai partiti. Aboliremo il finanziamento pubblico! Saremo il primo partito a mettere i conti online! Confischeremo i beni acquistati dai politici corrotti con i soldi pubblici! Sono tutte bandierine agitate finora solo per strappare applausi alle platee e croci nell’urna, e che il governo intende invece sventolare sottoforma di provvedimento urgente. “Dieci a zero per loro” , commentano affranti i parlamentari mentre chiedono ai rispettivi segretari la linea da tenere.

La preoccupazione aumenta. “E se dai tagli ai costi della politica il governo si spingesse fino a metter mano alla nuova legge elettorale?”. Preoccupazione su cui sono in tanti a precipitarsi nelle sedi dei rispettivi gruppi per capire la fattibilità e la legittimità di un possibile intervento. “Sarebbe un’ingerenza?”, chiede un deputato. “No, sarebbe una sconfitta per tutti noi”, gli risponde il collega.

Il “tutti a casa” è sempre più vicino e sembra mietere molte vittime. Lo confermano le agitazioni nel centrosinistra dove il Renzi show è diventato il pretesto per far emergere contraddizioni, litigi e dissapori sull’attuale classe dirigente del Pd; ma lo confermano anche le sempre più schierate correnti del centrodestra, dove la faida exAn-exFi non sembra acquietarsi.

Intanto Palazzo Chigi scalda i motori con la seria possibilità che l’operazione “commissariamento della politica” raggiunga il traguardo già la prossima settimana. Un attivismo riconosciuto anche dai recenti sondaggi che vedono tutti i partiti in calo, mentre continua a crescere il gradimento verso il premier Monti. “Non invochiamo il suo aiuto, ma alla fine ci speriamo”, si confessa un deputato del Pdl. “I partiti in quanto tali sono già stati tutti commissariati dai cittadini. A questo punto l’unica strada possibile, se vogliamo continuare ad essere determinanti, è quella di intestarsi il coraggio ed i successi di Monti”. Caccia al decreto versus caccia allo scranno: chi sarà il vincitore? Lo sapremo solo aspettando (qualche settimana oramai).

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