Cosa significa Pizzarotti per il futuro del Movimento 5 Stelle
ANSA / SANDRO CAPATTI
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Cosa significa Pizzarotti per il futuro del Movimento 5 Stelle

Punta alla leadership usando lo schema sperimentato da Renzi: valorizzare la diversità antropologica di quelli che "stanno sul territorio"

Non uscire dal M5S, ma conquistarlo un pezzo alla volta. Non tagliare il cordone ombelicale con il partito che lo ha fatto vincere a Parma, ma partire proprio dal mitologico territorio per prendersi la leadership del movimento. Federico Pizzarotti dice che non vuole fare correnti o sottocorrenti. "Io non vado da nessuna parte", spiega da Parma, dove domenica ha organizzato la sua "Leopolda" con 400 persone, consiglieri comunali, parlamentari e dissidenti.

Lo schema renziano
Sono la sua base dentro il partito, insieme a chi lo ha votato. Lo schema assomiglia a quello renziano: far leva, partendo dall’esperienza di sindaco, su una certa diversità antropologica – noi siamo quelli del territorio, loro a forza di stare a Roma hanno perso la rotta – per rovesciare la dirigenza consolidata: i due diarchi Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
E così come Renzi voleva tornare allo spirito veltroniano del Lingotto, Pizzarotti dice che il M5S deve tornare al 2009, quando il partito di Grillo nacque, perché "oggi siamo in duemila e stiamo peggio di quando eravamo in cinquanta".

Non temo l'espulsione
Sarà espulso pure lui dopo i deputati Massimo Artini, che domenica non c’era, e Paola Pinna? "Non mi interessa, sarò in pace con me stesso. Mi sono vergognato e non ho più intenzione di farlo".

Si è vergognato quando ha visto cacciare dal M5S persone che hanno lavorato bene negli ultimi 5 anni, "persone escluse senza discussione; qua in sala ci sono molte persone espulse, escluse o che si sono dimesse che valgono più di tutti i parlamentari che ha il Pd".

Quelli del territorio, così diversi da deputati e senatori
E di nuovo ecco che torna quel dualismo; da una parte consiglieri regionali, comunali che vivono i problemi concreti, quotidiani e hanno consenso sul territorio, dall’altra i deputati e senatori che non hanno voti e rispondono soltanto a logiche di partito. Ce l’ha con il Pd, certo, ma ce l'ha anche con quel movimento che s’è snaturato negli anni e si è perso dietro gli scontrini.

Si è leopoldizzato: gioca con il pop
La sfida per la leadership è lanciata ed è una prova di forza anche mediatica. Pizzarotti s'è leopoldizzato, mette spezzoni di telefilm (la scena iniziale di "The Newsroom" sul perché l’America non sia più una grande nazione) e dunque gioca con il pop per lanciare la sfida a viso aperto.

Il Casalgrillo è nudo
Le espulsioni e i diktat, dice, devono “finire: noi dobbiamo essere liberi di dire quello che vogliamo”. Liberi di dire che il Casalgrillo è nudo senza subire attacchi. Ma Pizzarotti fa un passo in più: non chiede solo libertà d’espressione, chiede, di fatto, l’esautorazione di Grillo, di cui accentua il “passo indietro” con la nomina del direttorio composto di cinque parlamentari.

Il M5S siamo noi
Sono i delusi di Parma a rappresentare il vero movimento: “Il M5S siamo noi. La prima cosa che il direttorio dovrebbe fare è convocare una grande assemblea. Un congresso? Lo chiamino come vogliono in una struttura dove 500-600 persone possano parlare. Non possiamo mica incontrarci in nove milioni dal vivo”. Invoca un aiuto, Pizzarotti, ai parlamentari che stanno con lui: “Non posso essere l’unico che ci mette la faccia”.

I deputati e i senatori però non mancavano
E deputati e senatori non mancano all’Hotel Villa Ducale. Ci sono Walter Rizzetto, Giulia Sarti, Cristian Iannuzzi (che sta valutando con la sua base se dimettersi da parlamentare), Mara Mucci, Eleonora Bechis (Grillo che parte per il tour mondiale? “Torna al suo lavoro”), Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato, Tancredi Turco, la senatrice Michela Montevecchi, l’eurodeputato Marco Affronte. E non mancano gli ex: Maurizio Romani, Alessandra Bencini, Maria Mussini, Laura Bignami. L’ex consigliere regionale Andrea Defranceschi, che era a Parma “a ritrovare il vero Movimento. Quello del territorio. Quello delle origini”. Manca il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che non ha potuto partecipare, anche se guarda con “interesse” quel che si muove in Emilia.

Ma Grillo si sente più vivo che mai
E Grillo? È "stanchino", ma – dice con un videomessaggio sul blog, subito dopo la riunione di Pizzarotti – "sono vivo e più vivo che mai. Io non ho fatto un passo indietro, io ho fatto un passo avanti! Il MoVimento 5 Stelle è andato avanti! E’ un movimento complicato, con migliaia di consiglieri comunali e regionali, centinaia di parlamentari, decine di europarlamentari. Non potevo avercelo sulle spalle solo io o Casaleggio". Giusto: adesso c’è anche il sindaco di Parma.

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David Allegranti