Le sfide del futuro Presidente della Repubblica
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Le sfide del futuro Presidente della Repubblica

Il difficile compito del prossimo inquilino del Quirinale: dai problemi internazionali alle riforme costituzionali

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato, subito dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano, che nella scelta del Presidente bisognerà procedere prima con i criteri e poi con i nomi.

Il primo punto fermo che emerge dalla situazione attuale è che il prossimo Presidente della Repubblica, per la prima volta nella nostra storia, non potrà essere pescato nell’ampio e proficuo bacino dei cosiddetti padri della Patria e, di conseguenza, i criteri bisognerà individuarli con maggiore attenzione senza farsi prendere da facili e superficiali soluzioni ed entusiasmi.

Per questo, e anche per altri motivi che vedremo più avanti, il nuovo inquilino del Quirinale sarà, e dovrà essere, prima di tutto un Presidente del nostro tempo nel senso più ampio del termine, proiettato, quindi, verso le nuove e difficili sfide che ogni giorno che passa si presentano non solo all’Italia, ma anche al mondo.

Da De Nicola a Napolitano, il ruolo del Capo dello Stato è stato sempre visto come personalità super partes della politica italiana, o almeno questo era nelle primordiali intenzioni dei Grandi Elettori, salvo poi rivelarsi interventisti all’occorrenza. Essendo, ormai, una disquisizione del passato, è inutile continuare nella sterile ripetizione sul passato protagonismo dei vari Presidenti.

Concentriamoci, invece, sul presente e, soprattutto, sull’immediato futuro e su quelle che saranno le nuove e difficili sfide che il nuovo Capo dello Stato dovrà affrontare.

Che i tempi siano cambiati, ce ne accorgiamo dalla velocità con cui le notizie si rincorrono drammaticamente sui media senza soluzione di continuità. Non si è ancora spenta l’eco degli attentati di Parigi che già si parla delle imminenti elezioni politiche in Grecia e dell’impatto che il risultato potrà avere a livello europeo. L’Europa, questa incompiuta, che nella sua complessità proprio in questi giorni sta vivendo un periodo di difficile transizione tra quello che non è stata e quello potrebbe diventare.

Nel frattempo, e prima di tutto, c’è l’Italia che anche lei attraversa uno dei momenti più complessi della sua storia repubblicana con tutta una serie di riforme da attuare, a cominciare da quelle costituzionali, che una volta venute alla luce muteranno drasticamente il quadro generale del nostro Paese. Per non parlare poi dell’irrisolta questione della legalità che, come abbiamo visto dagli ultimi scandali (Mose/Expo/Mafia Capitale) continua a pesare come un macigno impedendo lo sviluppo della Nazione.

Alla luce di tutto ciò, e di altro ancora, il futuro Presidente della Repubblica Italiana non avrà un ruolo così tanto defilato e semplice come molti esponenti politici continuano ad augurarsi anzi, dovrà essere prima di tutto di elevato profilo istituzionale, che non sia obbligatoriamente riconosciuto a livello internazionale, ma che abbia, invece, un’imprescindibile caratura internazionale che al momento opportuno possa tornare utile per assumere il ruolo di punto di riferimento. Last but non least, prima che la nuova architettura costituzionale si assesti in maniera sicura e definitiva, ne passerà ancora del tempo ed ecco, intanto, che i consigli del Colle torneranno ancora indispensabili.

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Sabino Labia

Laureato in Lettere all'Università "Aldo Moro" di Bari, specializzazione in "Storia del '900 europeo". Ho scritto tre libri. Con "Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta" ho raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con "Onorevoli. Le origini della Casta" ho dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato "La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del Capo dello Stato da De Nicola a Napolitano" un'indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale

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