Rimborsi a 5 stelle
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Rimborsi a 5 stelle

Esclusivo: i grillini spendono o restituiscono (come avevano promesso) ognuno a modo suo. E con criteri personalissimi.

Di Giorgio Lorenzo e Caris Vanghetti  

Non tutti i parlamentari a 5 stelle sono uguali. Come si fa a stabilirlo? Elementare, Watson: dall’esame dei loro rimborsi spese. Il più virtuoso è il deputato Massimiliano Bernini, che da eletto ha restituito alla collettività ben 103.088 euro, seguito dalla collega Loredana Lupo (77.870). Viceversa, l’ultimo in classifica, Francesco Cariello, ha reso appena 21.833 euro rispetto a una media di 49 mila (un parlamentare dispone di circa 120 mila euro annui di stipendio e di circa 135 mila per rimborsi vari).

Le meno parsimoniose dopo Cariello sono due senatrici, Serenella Fucksia e Cristina De Pietro, che hanno rendicontato restituzioni per 24.918 e 26.070 euro. Altri 5 parlamentari hanno restituito meno di 30 mila euro. Si tratta di Paola Pinna (26.550), Manuela Serra (28.431), Tommaso Curro (28.887), Mimmo Pisano (28.946) e Massimo Artini (29.659). Sono  19 quelli che restano 10 mila euro sotto la media (Fantinati, Dall’Osso, Cotti, Del Grosso, Castaldi, Giarrusso, Catalfo, Dieni, Gaetti, Molinari, Cecconi, Cioffi, Mucci, Spadoni, Grande, Rizzetto, Crippa, Terzoni e Lezzi).

La media delle spese (che a seconda dei ruoli possono superare i rimborsi standard) è di 71 mila euro ma chi ha usato meno denaro pubblico è il senatore Giuseppe Vacciano (35.500 euro). Sotto la soglia dei 40 mila euro risultano anche Riccardo Fraccaro (36.140), Roberta Lombardi (36.703) e Ferdinando Alberti (39.845). Chi ha impiegato più risorse è Matteo Dall’Osso (quota 106 mila). Con lui sono solo altri 3 i grillini che hanno speso più di 100 mila euro: Gianluca Castaldi (104.376), Vito Crimi (102.825) e Roberto Cotti (100.421). In totale sono 35 coloro che impiegano almeno 10 mila euro più della media, ossia hanno spese superiori a 81mila euro. I 4 citati più Baldassarre, Terzoni, Segoni, Cappelletti, Nesci, De Rosa, Martelli, Santangelo, Bertorotta, Scibona, Prodani, Di Stefano, Bianchi, Cioffi, Pisano, Grande, De Pietro, Mucci, Lezzi, Fattori, Morra, Fantinati, Catalfo, Paglini, Currò, Dieni, Gaetti, Molinari, Giarrusso, Del Grosso e Serra.

Altre curiosità. Il parlamentare che paga di più per l’alloggio è il senatore Carlo Martelli, che ha pubblicato fino a marzo 2014 (ultimo dato disponibile) spese per poco più di 34 mila euro a fronte dei 958 euro impegnati dalla collega Paola Nugnes. In 3 hanno speso meno di 1.000 euro ciascuno per mangiare: Massimiliano Bernini, Cristian Iannuzzi e Roberta Lombardi. I più voraci sono 6 e hanno utilizzato per il vitto oltre 12 mila euro: Bulgarelli (18.200), Catalfo (13.100), Chimienti (12.600), Del Grosso (12.550), Currò (12.300), Dall’Osso (12.100). Per le consulenze sono 80 quelli che impiegano meno di 1.000 euro e 10 che superano i 10 mila, con una punta in Ciampolillo (29.780).

Per i collaboratori i grillini hanno utilizzato 4,59 milioni; i tre parlamentari più generosi sono Dall’Osso (56.747), Fattori (56.322) e Nesci ( 47.804) a fronte di una media di 31.875 euro. Coloro che hanno speso complessivamente meno di 100 euro per l’ufficio sono 51. I parlamentari che hanno utilizzato meno di 100 euro per la voce che comprende pulizie, manutenzione e bollette sono 65, sono 24 quelli che hanno investito meno di 100 euro per gli eventi sul territorio. Queste ultime 3 voci vedono Luigi Di Maio come il più spendaccione. Oltre alle quattro persone dello staff, pagate direttamente da Montecitorio, il vicepresidente della Camera ha investito 11.052 euro per l’ufficio, 3.350 euro per pulizie, manutenzione e bollette di casa, 23.730 euro per gli eventi sul territorio. La spesa media dei suoi colleghi è pari a 873,411 e 1.750 euro.

I parlamentari grillini sono teoricamente obbligati a pubblicare i loro bilanci sul sito Tirendiconto.it. Ma benché il regolamento interno preveda la pubblicazione ogni 3 mesi, il 19 agosto erano presenti per quasi tutti i parlamentari solo i dati relativi al periodo compreso tra marzo 2013 e marzo 2014, con alcune eccezioni. Artini, Cariello, Pinna, Fucksia e Puglia hanno diffuso i loro resoconti solo a dicembre 2013. Mentre Paolo Bernini, Sarti e Catalfo hanno omesso la pubblicazione dei dati di gennaio, febbraio e marzo 2014. Scibona ha pubblicato i dati fino a maggio 2014. Gli unici in regola con il timing, che imporrebbe l’aggiornamento a giugno 2014, sono Massimiliano Bernini, Ferraresi, Gallinella, Lupo e Vacciano.

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