Renzi: "Ridaremo ai Comuni i soldi di Imu e Tasi"
ANSA/ ANGELO CARCONI
News

Renzi: "Ridaremo ai Comuni i soldi di Imu e Tasi"

Il premier a tutto tondo, tagli alle tasse alle riforme, senza dimenticare il tema dell'immigrazione. Con una parola chiave sullo sfondo: tranquillità

Ha spaziato dalla politica economica alle riforme, senza tralasciare i riferimenti all'immigrazione la lunga intervista di Matteo Renzi nel salotto di Porta a Porta.

"Serenità" e "tranquillità" le parole del leitmotiv nel dialogo con Vespa, in riferimento al taglio della casa e alle rassicurazioni rivolte ai sindaci, che riavranno le risorse sottratte con l'abolizione di Imu e Tasi.

Flessibilità e pensioni

Ha poi lanciato un avvertimento all'Europa: l'Italia punta a portare a casa il massimo di flessibilità e il deficit l'anno prossimo "non sarà all'1,4%" come prevede il fiscal compact.

Ha voluto poi spiegare che sulla flessibilità delle pensioni arriverà "a mesi", quando sarà possibile, un intervento del governo, ma "a costo zero".

Un Paese più semplice

Agli avversari interni, che dalle riforme alla manovra gli annunciano un autunno difficile, ha lanciato un messaggio: "Non vado alla ricerca di accordi a tutti i costi ma vado avanti per rendere il Paese più, semplice, perché l'Italia può ripartire. E riparte". 

Sul fronte internazionale, ha ribadito che l'Italia tiene ferma la posizione sull'immigrazione ("Ora gli altri si stanno accodando") e non aderisce a iniziative "spot" come l'intervento militare in Siria che Francia e Inghilterra stanno studiano.

Riforma costituzionale e legge di stabilità

Tornando al fronte interno, non è mancato un cenno alle misure economiche per la scuola ("Capisco la rabbia degli insegnanti ma parlare di 'deportati è ingiusto", ha affermato) e tornando ad avvertire la minoranza interna, ha sottolineato come la riforma costituzionale debba essere approvata al Senato "entro il 15 ottobre" ma non si può pretendere di "ripartire sempre daccapo".

Il puzzle della legge di stabilità, ha poi spiegato Renzi, è ancora in via di composizione. Per esempio, per il Sud sono allo studio ipotesi diverse, da un credito d'imposta da 2 miliardi alla proroga di un anno degli sgravi fiscali per le assunzioni.

Di Ires si parlerà nel 2017 e di Irpef nel 2018. Ma un punto fermo resta: via nel 2016 la tassa sulla prima casa per tutti. Non regge, afferma il premier, la richiesta da sinistra di progressività perché l'abolizione "non agevola i ricchi" in quanto "si continuerà a pagare per seconde, terze, quarte case".

I più letti

avatar-icon

Redazione