Renzi: "Non mi interessano le tessere"
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Renzi: "Non mi interessano le tessere"

Il premier è intervenuto a Ferrara dove è stato duramente contestato con lanci di uova dal M5S

Si prende le uova del Movimento 5 Stelle e risponde a chi gli contesta gli scarsi dati del tesseramento con la solita sicurezza del vincente, anzi con la sicumera di chi ha conseguito il risultato più ampio del centrosinistra che venga ricordato: "C'è qualcuno a cui piace più il Pd al 41 per cento che il Pd con 400 mila tessere".

Invitato al Festival del settimanale Internazionale a Ferrara, Matteo Renzi si sottopone alle domande dei giornalisti stranieri. Il consenso? "So che arriverà un momento in cui il consenso inizierà a scendere, tutte le volte che guardo i sondaggi dico: Bah. O la gente non legge i giornali oppure è tenace la speranza e ci credono". E tutto l'intervento infatti ruota su quello che sembra essere il nuovo adagio del pensiero renziano, quella che il premier definisce la "Riforma della fiducia". "Oggi c'e' una certa cultura che scommette sul fallimento, a questi rassegnati dico che il mio compito e' restituire la fiducia. Gli italiani si fidano di un governo che non insegue i fantasmi ma prova a costruire il futuro". Sulle contestazioni: "Rispondiamo con il sorriso".

Europa

Provocato sul parametro europeo che impone un rapporto deficit/pil del 3 per cento e sulla volontà del governo francese di sforare, Renzi ha confermato nuovamente la volontà di rispettare la norma senza nascondere l'idiosincrasia ("è antiquato") per un patto ormai evidentemente obsoleto: "Nel '92 non c'erano un sacco di cose, compreso Internet, e i telefonini, che erano delle bestie gigantesche, erano appena arrivati. I parametri di Maastricht del 3% risalgono a quel periodo che era proprio un altro mondo. Ora, sostenere che quello non sia più un parametro attuale mi sembra giusto. Se potessi intervistare io i giornalisti del FT anche loro lo direbbero. Ma io voglio rispettare questo parametro perche' vogliamo essere credibili".

Sindacato e Articolo 18

Inevitabile la domanda sui sindacati e l'articolo 18: "Non è pensabile che il sindacato non abbia avuto colpe. In questi anni c'è la responsabilita' di non aver capito che la realtà sta cambiando. L'articolo 18 ha un grande valore costituzionale, salvo che però partiti e sindacati si sono fatti la leggina per loro e guarda caso a loro non si applica...". Renzi ha parlato di riforma costituzionale ed elettorale assicurando l'arrivo in aula per metà novembre e ha aggiunto la necessità di una riforma della giustizia che riguarda anche la responsabilità civile dei giudici: "È sacrosanto che chi sbaglia paghi".

Un partito fatto solo di elettori e non più di iscritti, non è più un partito

Ma l'attesa era tutta per i dati sul tesseramento, filtrati oggi, che restituiscono l'immagine di un partito quasi ai minimi termini tanto da far sbottare Pierluigi Bersani che aveva commentato i dati così: "Un partito fatto solo di elettori e non più di iscritti, non è più un partito. Lo Statuto dice che il Pd è un partito "di iscritti e di elettori". Ovviamente se diventasse solo un partito di elettori diventerebbe un'altra cosa... Uno spazio politico e non un soggetto politico. Ma non siamo a questo e non finiremo".  E Renzi ha risposto: "Nel Pd si dice che da quando c'è Renzi si perdono iscritti. Abbiamo iniziato il tesseramento ad aprile, ma il Pd ha preso il 41% alle elezioni europee, ha fatto 3 elezioni regionali in Sardegna, Piemonte e Abruzzo vincendo. Il Pd ha vinto nel 73% dei comuni. Ci siamo trovati un po' di problemini nel partito, ma i panni si lavano in casa e abbiamo messo a posto il bilancio. A qualcuno piace il Pd che abbia il 41 per cento, la partita più importante non è quella delle tessere ma quella degli ideali".

Alle solite contestazioni sul rapporto privilegiato con Silvio Berlusconi, Renzi ha ribattuto ripetendo la necessità delle riforme condivise e del superamento dell'ostracismo che perdura a sinistra: "Quando la sinistra insegue i fantasmi di una certa cultura radical chic e' condannata a perdere le elezioni. L'idea di avere un nemico che va sempre agitato prima dell'uso, e' un'idea di sinistra che non mi appartiene. Io voglio restituire un'Italia piu' credibile di quelli di chi, parlando male di Berlusconi, hanno consegnato l'Italia a Berlusconi per vent'anni" (c.c.)

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