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L'avviso di Renzi a Marino e le reazioni del Pd romano

In un'intervista a La Stampa il premier invita il sindaco capitolino "a non stare tranquillo". E subito si apre il dibattito all'interno del partito

Sindaco avvisato, mezzo salvato? Oppure già silurato? In attesa di vedere se a Roma si voterà o meno già l'anno prossimo per effetto dello scandalo "Mafia Capitale", il premier Matteo Renzi non misura di certo le parole nell'intervista rilasciata a La Stampa: "Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo", è stata infatti la dichiarazione del premier nella lunga chiacchierata con Massimo Gramellini, quella che ha politicamente innescato il nuovo tormentone del "Renzi 1 e Renzi 2".

Interpellato al proposito dai cronisti mentre entrava in Campidoglio, il sindaco di Roma non ha voluto commentare la notizia, rispondendo anche con una sonora risata a chi gli chiedeve se a questo punto non si sentisse commissariato o addirittura abbandonato dal Pd. A parlare invece sono stati altri esponenti del partito, a partire da Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd e attuale commissario di quello capitolino: "Noi non staremo tranquilli fino a quando non avremo risolto tutti i problemi di questa città, quindi quello di Renzi è uno stimolo giusto che sapremo recepire, contando anche sul sostegno del governo in quest'opera di pulizia della città". 

Altrettanto distensiva l'analisi fatta ai microfoni di Radio Radicale da Andrea Romano, deputato Pd e coordinatore del XIII municipio di Roma, che però pone l'accento sulla necessità di un'assunzione di responsabilità: "Non penso che l'intervista di Matteo Renzi al quotidiano La Stampa segni la fine dell'esperienza di Ignazio Marino a Roma. Il primo cittadino resta un ottimo sindaco. Allo stesso tempo è però chiaro che lo scandalo di Mafia Capitale chiama in causa tutti e nessuno può tenersi fuori. Il sindaco Marino dovrebbe guardarsi allo specchio con molta franchezza e assumersi le proprie responsabilità, così come ha fatto tutto il Pd romano con il commissariamento di Matteo Orfini".

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Redazione