Emilia: Renzi pensa a Delrio (per farlo fuori)
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Emilia: Renzi pensa a Delrio (per farlo fuori)

Secondo boatos di Transatlantico per il premier  il candidato è uno solo: l'ex sindaco di Reggio Emilia che non vorrebbe più nella sua squadra. Il club degli indagati pd

Alla fine quello che lo stesso Matteo Renzi, alla festa dell’Unità, ha definito “il bel casino” dell’Emilia-Romagna, e questo prima ancora degli avvisi di garanzia ai candidati alle primarie,  ha costretto Largo del Nazareno a rinviare la riunione della direzione a martedì. Avrebbe dovuto tenersi domani, con l’annuncio di una segreteria unitaria,  ma il segretario-premier è costretto a un momentaneo stop. In realtà il pasticcio emiliano, che ha portato al ritiro dalla primarie del candidato renziano Matteo Richetti, mentre l’altro, sempre renziano, Stefano Bonaccini sta resistendo, passerebbe attraverso una linea rossa che da Palazzo Chigi arriva nell’ex feudo rosso, ora rosa, ma pur sempre feudo Pd.

“Bonaccini resiste, ma la ragione del casino lì è una sola: in quel posto Renzi da tempo vorrebbe Graziano Delrio, che non vuole più a Palazzo Chigi, per la semplice ragione che è rimasto l’unico a fargli ombra”, spiega, sotto anonimato, un parlamentare pd. Che fa notare: “Richetti più che un renziano doc è un uomo di Delrio. E il sottosegretario (ex sindaco di Reggio Emilia ndr) evidentemente ha finora tifato per Richetti proprio per non essere ricatapultato lui in Emilia”, quindi se questi boatos di Transatlantico troveranno conferma, c’è da aspettarsi che ora “le pressioni per il ritiro”, denunciate dagli uomini di Richetti, ma smentite da Maria Elena Boschi,  si facciano sempre più forti su Bonaccini, rimasto in campo. Spiega il parlamentare: “In questo modo, quando si sarà creato il vuoto, sarà più facile per Renzi convincere Delrio a sloggiare da Palazzo Chigi”. E se così non sarà, sempre ammesso che Bonaccini si ritiri, potrebbe avere qualche chance l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, l’altro candidato rimasto in corsa per le primarie. Ex repubblicano, primarista della prima ora, Balzani avrebbe ottimi rapporti con Sandro Gozi, uno dei più vicini a Renzi.

Intanto, si lavora con il bilancino in mano per la nuova segreteria. Se Massimo D’Alema, ormai in  rotta con Renzi, sarebbe contrario a un ingresso delle minoranze, Pier Luigi Bersani e i suoi avrebbero manifestato maggiori aperture ma sempre a certe condizioni. E però la partita per avere l’organizzazione è ormai persa. Dice un bersaniano: “Ora però gli enti locali non ce li potranno negare”. Ma il pasticcio emiliano, dove i bersaniani stanno giocando ormai di rimessa, rischia di pesare anche sulla composizione della segreteria. Mentre ha ripreso a circolare sul territorio qua e là tra gli scontenti, di varie sfumature di rosso,  la parolina “scissione”.         

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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