Elezioni Liguria: la sfida più aperta
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Elezioni Liguria: la sfida più aperta

La vittoria della renziana Paita è in bilico tra primarie contestate e divisioni politiche a sinistra: Giovanni Toti ci spera

È la Liguria, regione rossa per tradizione, quella più in bilico, dove il centrosinistra rischia un pareggio che significherebbe sconfitta. Di Matteo Renzi soprattutto, visto che proprio qui, contro un centrodestra riunificato sotto il nome di Giovanni Toti, corre la candidata più renziana in assoluto: quella Raffaella Paita vincitrice delle contestatissime primarie di gennaio che hanno sconquassato il partito locale. Ecco perché, nonostante i diretti interessati smentiscano, già si ragiona di possibili alleanze: un Nazareno in salsa ligure per dare vita a una maggioranza in consiglio che senza superare il 35% (15 consiglieri su 30) il Pd non avrebbe.

Le primarie contestate
Risultata prima, con oltre 4mila voti di scarto, alle primarie per la scelta del candidato governatore della Liguria, Raffaella Paita viene subito accusata di aver vinto con l'inganno. Secondo il suo principale concorrente, l'ex segretario della Cgil Sergio Cofferati, non solo avrebbero votato per lei elettori di destra, ma la candidata renziana avrebbe addirittura pagato cinesi e marocchini in cambio delle loro preferenze. Nonostante l'intervento della commissione dei garanti del Pd, che ha annullato per irregolarità ben 4mila schede, la vittoria della Paita viene confermata. Sergio Cofferati non accetta il risultato e lascia il Pd seguito dal deputato civatiano Luca Pastorino che decide di candidarsi a sua volta con Sel e con l'appoggio della minoranza dem. Con il passare delle settimane, in concomitanza con il via libera all'Italicum e la discussione sulla riforma della scuola, i suoi consensi aumentano. Il Pd accusa lui e Pippo Civati, che nel frattempo ha lasciato il partito, di voler far vincere il centrodestra. L'eventuale fuoriuscita di voti a suo favore è un rischio concreto per la Paita che, in caso di vittoria, potrebbe non raggiungere la maggioranza necessaria per governare. Tanto che già si comincia a ragionare su eventuali alleanze con Forza Italia e Ncd.

I candidati: Paita, Toti, Pastorino, Salvatore
Lanciata come sua erede in Regione dal presidente uscente Claudio Burlando, che per sostenerla ha messo insieme anche pezzi del centrodestra locale tra cui ex scajolani, Raffaella Paita, 41 anni renziana, è la vincitrice delle primarie di gennaio scorso. Assessore alle Infrastrutture e Protezione civile nella giunta Burlando, Paita è indagata per omicidio e disastro colposo per l'alluvione di Genova dell'ottobre 2014.

Giornalista, ex direttore di Studio Aperto e del Tg4, arruolato in Forza Italia da Silvio Berlusconi di cui diventa da subito il consigliere politico più ascoltato, Giovanni Toti, 47 anni, debutta in politica con la vittoria del seggio di eurodeputato alle scorse elezioni europee. Nato a Viareggio e cresciuto a Massa Carrara, da molti anni risiede a Bocca di Magra, in provincia di La Spezia. Appoggiato anche dalla Lega Nord, che ha rinunciato alla corsa di Edoardo Rixi, Toti è il candidato unico del centrodestra per la Liguria.

Luca Pastorino, 40 anni, ex deputato Pd e sindaco di Bogliasco, è il candidato di un gruppo forze sociali e politiche tra cui Sel la sinistra dem. Nel 2013 vince le primarie per i parlamentari del Pd grazie all'appoggio dell'ex presidente Claudio Burlando (principale sponsor di Raffaella Paita) da cui Pastorino si è ormai politicamente allontanato.

Se Pastorino è l'incubo della Paita, Enrico Musso è il problema di Toti. 53 anni, professore di economia, appassionato di musica, organista, Musso è stato senatore nella scorsa legislatura eletto con il Pdl e poi passato al Misto. Si è candidato alle regionali con una lista, “Liguria libera” che raccoglie molti dei forzisti delusi dalla scelta di Berlusconi di puntare su Toti.

31 anni, genovese, laureata in Lingue, Alice Salvatore è vicina al M5s dal 2007. Dal 2012 “attivista a tempo pieno”. Per lei si è mosso Beppe Grillo in persona che per una sera ha servito trofie ai tavoli di un ristorante genovese per raccogliere fondi per la sua campagna elettorale.

I sondaggi
Gli ultimi sondaggi danno Raffaella Paita avanti di un soffio rispetto a Giovanni Toti che però, ormai, può davvero accarezzare il sogno del sorpasso. Il Pd, al momento, rischia di non andare oltre il 35%. In tal caso, con 15 consiglieri su 30, la maggioranza non sarebbe autosufficiente. La candidatura di Luca Pastorino, accreditato del 15%, sta sottraendo consensi alla Paita data tra il 29 e il 30%, poco più di Toti. Alta la percentuale di Alice Salvatore tra il 21 e il 22%. Più defilato Musso. Ma il suo risultato, anche se basso, potrebbe risultare decisivo per le sorti di Toti.

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Claudia Daconto