Quirinaleide/4 Dovrà rinnovare il dialogo con l’Europa
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Quirinaleide/4 Dovrà rinnovare il dialogo con l’Europa

Sfide ardue attendono il nuovo capo dello Stato. Dalla politica all’economia, quattro memorandum d'autore

Il presidente della Repubblica dovrà affrontare una serie di sfide in Europa e nel resto del mondo. All’interno dell’Unione Europea il problema principale è trovare un modo per innalzare il livello della disputa sull’economia.

Al momento ai paesi del Sud viene offerta una sola scelta: accettare l’austerità tedesca o lasciare l’euro. È una dicotomia falsa. Ci sono opzioni meno estreme per stabilizzare le finanze pubbliche, aumentare la competitività e salvaguardare la moneta unica. All’Italia serve un capo dello Stato in grado di proporle in modo più chiaro e convincente, forzando la mano anche verso delle tempistiche più ragionevoli (non si può fare tutto in una volta, come vorrebbero certi leader europei).

Nel resto del mondo l’Italia deve confrontarsi con paesi in transizione (come Tunisia, Libia ed Egitto) e potenze emergenti come Cina e India. Anche qui il presidente non potrà fare tutto subito: le sue attenzioni, è ovvio, devo nopartire dall’Europa e dall’Alleanza atlantica.

Il capo dello Stato dovrà ribadire il sostegno italiano in progetti cari all’amministrazione Obama (il disarmo nucleare, la stabilizzazione dell’Iran e un’onorevole conclusione della campagna in Afghanistan). Dovrà però avere la forza per coinvolgere gli Stati Uniti in situazioni problematiche più vicine all’Italia, come la Siria e il Libano, dove è schierato un contingente italiano.

Il nuovo inquilino del Quirinale dovrà fare in modo che la voce dell’Italia si senta a quei tavoli dove s’incontrano economia e sicurezza. Penso ai negoziati per una zona di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. Sono trattative che stanno per definire la futura globalizzazione. È materia per gli esperti della Commissione europea, ma anche il capo dello Stato italiano è chiamato a dare un contributo: dovrà vigilare sui valori su cui si fonderà e si darà forma al futuro delle nostre economie.

Erik Jones è professore e direttore del centro di Studi europei della Johns Hopkins University di Bologna e capo di Oxford Analytica per l’Europa

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