Il Redditometro della Grande Inquisizione Fiscale
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Il Redditometro della Grande Inquisizione Fiscale

Moriremo tutti di incoerenza fiscale. Ormai siamo servi della Megamacchina tributaria. Lo siamo tecnicamente. Lavoriamo (ben 165 giorni quest’anno) per pagare le tasse, e anche quando le paghiamo siamo considerati presunti evasori. Ad umiliare il cittadino contribuente non bastavano …Leggi tutto

Moriremo tutti di incoerenza fiscale. Ormai siamo servi della Megamacchina tributaria. Lo siamo tecnicamente. Lavoriamo (ben 165 giorni quest’anno) per pagare le tasse, e anche quando le paghiamo siamo considerati presunti evasori. Ad umiliare il cittadino contribuente non bastavano i sequestri e i pignoramenti dispensati a buon mercato da Equitalia, neppure gli odiosi studi di settore, né il solve et repete che ti obbliga a pagare subito anche se intendi protestare. Adesso ci si mette pure il redditometro.

Lo strumento di “autodiagnosi fiscale” (sic!) ha poco a che vedere con l’idea originaria partorita dal professore Francesco Forte, il quale oggi dalle colonne del Foglio spiega che il “suo” redditometro serviva  a garantire solo in casi eclatanti un accertamento suppletivo nel rispetto della privacy del cittadino. Il redditometro made by Monti (& Visco) invece è l’arma totalitaria della Grande Inquisizione Tributaria.

Dobbiamo compilare un modulo e raccontare quali e quante spese abbiamo sostenuto, per esempio, per vestiario, regali, viaggi, abbonamenti vari e mangime per il gatto, stando ben attenti a non mentire (o a non scordarci la tracolla Louis Vuitton) perché lo spread (!) tra le spese sostenute e il reddito dichiarato è cruciale. Insomma ti inchioda. Semaforo verde: sei coerente (ovvero salvo, almeno per ora). Semaforo rosso: sei incoerente, in altre parole sei fottuto per sempre perché toccherà a te (e non al fisco) dimostrare di NON aver evaso. L’inversione dell’onere probatorio è soltanto l’ultima delle abdicazioni di uno Stato liberale in nome della Santa Fedeltà Fiscale.

Di fedeltà a volte si muore, sostiene qualcuno. Ma di fisco, di questo fisco esoso vessatorio e invasivo, siamo già morti. La fu eroica democrazia italiana.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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