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Amnistia tabu’ italiano – La marcia del 25 dicembre

E’impopolare parlare di amnistia quando ci sono due detenuti evasi per un permesso premio? In realta’ pochi minuti fa uno dei due e’ stato catturato a Forli’. Ad ogni modo, anche qualora suonasse impopolare, chi scrive non ha la fregola …Leggi tutto

E’impopolare parlare di amnistia quando ci sono due detenuti evasi per un permesso premio? In realta’ pochi minuti fa uno dei due e’ stato catturato a Forli’. Ad ogni modo, anche qualora suonasse impopolare, chi scrive non ha la fregola di apparire sempre, e ad ogni costo, popolarissima.
I forcaioli, certo, capiscono le ragioni della ggente, parlano dalla parte della gggente. Chi invece cerca di ricordare in questo Paese che la giustizia e’ innanzitutto rispetto della forma e delle regole, e che le regole non si possono piegare alle convenienze contingenti, puo’ apparire, si’, impopolare. Bene, mi assumo tale rischio pur di non essere antipopolare.

Il 25 dicembre i Radicali terranno una marcia per l’amnistia. Sono passati due mesi dal messaggio del presidente Giorgio Napolitano alle Camere, l’unico da lui finora emesso. A piu’ riprese il ministro Annamaria Cancellieri si e’ espressa a favore dell’amnistia, definendola, cito testualmente, ‘un imperativo categorico morale’. Lo dice la Costituzione e dallo scorso gennaio ce lo ricorda la Corte dei diritti umani di Strasburgo che ha condannato l’Italia per la violazione del divieto di tortura.

L’ennesimo ‘svuotacarceri’ non sara’ sufficiente a riportare le carceri italiane a livelli di sostenibilita’. Lo ‘spread’ tra la capienza regolamentare e quella effettiva e’ di oltre ventimila unita’. Nel contempo la montagna di procedimenti pendenti che ingolfano la giustizia civile e penale si ingrossa. L’amnistia consentirebbe di cancellare non soltanto la pena ma anche il reato, eliminando il gravoso arretrato che impedisce ai tribunali di lavorare. Fino al 1990 lo stato italiano ha adottato provvedimenti di amnistia con un ritmo di uno ogni tre anni. Persino Putin ha amnistiato, per cosi’ dire, Pussy Riot e Khodorkovski. Per la classe politica italiana invece rimane un tabu’.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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