Pd in profondo rosso: quattro regioni senza soldi
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Pd in profondo rosso: quattro regioni senza soldi

Il dimezzamento dei rimborsi elettorali sta avendo i primi effetti, tra cassa integrazione e meno bonus. E il peggio deve arrivare

Altro che azzerare il finanziamento pubblico. Un’occhiata alla situazione creata nel Pd,specie in ambito locale, dopo il taglio del 50 per cento dei rimborsi elettorali è sufficiente per capire che cosa abbia in animo sull’argomento il segretario PierLuigi Bersani.

A meno di un anno da quella sforbiciata sono già quattro le direzioni regionali del partito in debito d’ossigeno. Il caso più recente è quello della Puglia, dove il sindaco di Bari, nonché presidente regionale del partito, Michele Emiliano, starebbe per dare avvio a una vera e propria colletta fra i parlamentari neoeletti per non dover fare debiti.

Ma la situazione è delicata soprattutto in Sardegna, dove ad agosto sono stati messi in cassa integrazione sei dipendenti su sette, salvo poi fare marcia indietro a causa della bocciatura della commissione che doveva autorizzare il provvedimento. Altre soluzioni però non se ne vedono, tanto che, per quanto risulta a Panorama, una nuova richiesta è pronta per essere presentata.

Nel Lazio hanno messo in cassa integrazione straordinaria tre dipendenti su nove, facendo partire un programma di risparmi che ha cancellato bonus come l’uso del telefonino per il segretario Enrico Gasbarra.

Ultima trincea le Marche, i cui bilanci, in utile ancora nel 2011, sono finiti in rosso per diverse decine di migliaia di euro. E questo è solo l’inizio, perché la riduzione di consiglieri comunali e regionali, chiamati da sempre a contribuire alle strutture locali del partito, assesteranno presto un altro colpo alle sue finanze.

L’idea di chiudere del tutto il rubinetto ai partiti, insomma, non può che risultare indigesta a Bersani, in quanto decreterebbe anzitutto lo scioglimento del suo.

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Stefano Caviglia