No, nessun salto del Quagliariello
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No, nessun salto del Quagliariello

Il senatore del Pdl, al centro di attacchi e veleni, si difende dall’accusa di meditare il passaggio con i centristi: «Io vittima di metodi leninisti»

«Le accuse di tradimento sono tipiche dei partiti a sfondo leninista». Gaetano Quagliariello è irritato con settori del suo partito, il Pdl. Nominato da Giorgio Napolitano fra i «saggi del Quirinale» («Non si parla del lavoro fatto qui dentro, chiaro?»), il senatore è finito al centro di una scarica di veleni. Fuoco amico, soprattutto.

Le dicerie si moltiplicano: si va dal «salto del Quagliariello» al gossip su un weekend romantico.

In politica, quando ti capita di avere un minimo di visibilità, ti succede anche questo. Non importa. Ho reagito solo quando ho avuto l’impressione che potesse essere il sintomo di una degenerazione nel mio partito.

Addirittura...

Una cosa sono le critiche, un’altra cosa è l’accusa di complotto.

Ma l’agenzia di stampa «Il Velino» sostiene che lei ha chiesto un incontro a Mario Monti: via telefono, in seggiovia.

È una storia ridicola. Un conto è discutere su idee differenti, altro è costruire l’accusa di tradimento contro chi non la pensa come te, peraltro con materiali assurdi.

Chi gliel’ha tirata?

Evidentemente Il Velino si è abbeverato a fonti interne al Pdl.

Nomi?

Non so chi siano e non cerco di saperlo. Noi siamo garantisti. Ma se usassimo con gli avversari lo stesso grado di garantismo che alcuni utilizzano nella vita interna, saremmo tutti condannati.

Ma è vero o no che voleva passare con Monti?

No. Di queste cose, dell’evoluzione del quadro politico, ho sempre parlato con Silvio Berlusconi.

Quali cose?

L’unità dei moderati è la caratteristica principale del nostro percorso dal 1994. La mia posizione, quindi, è stata esattamente quella di Berlusconi quando ha chiesto a Monti di fare il federatore dei moderati.

Ma il Professore lo ha incontrato o no?

No, non l’ho né incontrato né cercato. Anzi, rivendico il copyright del termine «centrino».

Marco Travaglio le dà del «saggio last minute».

Sono scorie ideologiche. L’importante è che non contaminino il nostro partito.

Allora parliamo del Pdl. Renato Brunetta dice che il ruolo di saggio non l’avrebbe accettato.

Opinione rispettabile. Ma la prima persona che me lo ha chiesto è stato Berlusconi.

E l’avventura romantica con una giornalista?

Un gentiluomo non rivela mai le sue avventure quando sono vere, figuriamoci quando non esistono.

È vero che è andato a cena con Bianca Berlinguer?

Mia figlia e la sua sono molto amiche, fin dall’asilo. Di cene e pranzi con Bianca ne ho avuti tanti, ma non nell’ultimo periodo.

La notizia c’è: va d’accordo con la figlia dell’ex leader Pci.

Litighiamo spesso. Però Bianca sa cos’è la politica: l’ha respirata in casa.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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