Monti taglia 31 tribunali: le reazioni
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Monti taglia 31 tribunali: le reazioni

Il parere dei sindaci di Cassino (salvato) e di Nicosia (soppresso)

Cadono anche loro sotto la stretta della spending review e questa volta non c’è campanile che tenga.

Alla fine, però, saranno 31 e non 37, come aveva preannunciato il guardasigilli, Paola Severino, i piccoli tribunali costretti a chiudere e ad essere accorpati alle sedi di capoluogo dopo il varo del provvedimento che ridisegna la geografica degli uffici giudiziari approvata dal Consiglio dei Ministri. Salvi, quindi, quei tribunali strategici nella lotta alla criminalità organizzata sparsi nel meridione. Continueranno così ad avere il proprio tribunale i comuni di Caltagirone e Sciacca (in Sicilia), Castrovillari, Lamezia Terme e Paola (in Calabria), Cassino nel Lazio.

Per gli altri 31, invece la soppressione oramai è messo nero su bianco, a cominciare dal più piccolo tribunale d’Italia, quello di Mistretta in provincia di Messina.

Scompaiono in ordine: Aqui Terme (accorpato ad Alessandria), Alba (ad Asti), Ariano Irpino (a Benevento), Avezzano (L’Aquila), Bassano del Grappa (a Vicenza), Casale Monferrato (Alessandria), Chiavari (Genova), Crema (Cremona), Lamezia Terme (Catanzaro), Lanciano (Chieti), Lucera (Foggia), Melfi (Potenza), Mistretta (Patti), Modica (Ragusa), Mondovì (Cuneo), Montepulciano (Siena), Nicosia (Enna), Orvieto (Terni), Pinerolo (Torino), Rossano (che sarà accorpato a Castrovillari), Sala Consilina (Lagonegro), Saluzzo (Cuneo), Sanremo (Imperia), Sant’angelo dei Lombardi (Avellino), Sulmona (L’Aquila), Tolmezzo (Udine), Tortona (Alessandria), Urbino (Pesaro), Vasto (Chieti), Vigevano ( Pavia), Voghera (Pavia), Giugliano in Campania (Napoli).

E in un sol colpo svaniscono anche ben 220 sedi distaccate e 674 giudici di pace. Cambia insomma la geografia giudiziaria, secondo quei criteri che la Severino aveva illustrato, ovvero un’estensione del territorio di almeno 2,169 km quadrati, un bacino di utenza di 382,191 e 28 magistrati in organico.

Una decisione che fa esultare chi come il sindaco di Cassino si è visto salvare il proprio tribunale. Ma alla fine che differenza fa avere la sede di un ufficio giudiziario a una manciata di chilometri?

“Abbiamo dimostrato che sopprimere il comune di Cassino non portava a nessun risparmio economico – dice il sindaco Giovanni Petracone – tutta la città, la politica, gli avvocati si sono battuti per conservarlo. Non pensate che sia una ragione di campanilismo. Il nostro è un territorio limitrofo a cavallo tra Lazio e Campania con forti infiltrazioni della camorra. Oggi possiamo solo esultare”.

19 magistrati vanta il tribunale di Cassino salvato quindi per la particolarità geografica, un territorio a forte rischio mafia. “Se c’è stato per 150 anni un motivo ci sarà, non credete? Non solo ragioni storiche e culturali. Cassino ha un tribunale extraterritoriale a cui fanno riferimento alcuni comuni del casertano. Avere un tribunale è un deterrente effettivo, ma anche simbolico”.

E di simboli non ne avranno gli abitanti di Nicosia, paese impervio, nella Sicilia più profonda l’entroterra nisseno. Il sindaco Sergio Malfitano e i suoi concittadini erano perfino partiti per Roma e rimasti tre giorni di fronte a Montecitorio per scongiurare la soppressione.

“E’ stata una mazzata – dice Malfitano dopo aver appreso della notizia – e per di più arriva per colpa di coloro che ci avevano ricevuto, i deputati di Pd, Pdl, e Udc. Alla fine si sono rivelati i nostri carnefici. In senato le nostre ragioni erano state recepite, in commissione è cambiato tutto”. E però non è valsa la forte presenza mafiosa in un territorio, quello di Caltanissetta, dove opera uno dei simboli dell’antimafia, il procuratore Roberto Scarpinato. “Perfino Scarpinato aveva fatto sue le nostre ragioni. Del resto non chiedevamo un diritto, già nelle legge delega, si diceva che il tribunale di Nicosia andasse salvato per ragioni orografiche. Le nostre strade sono classificate come antidiluviane. La soppressione è un’ingiustizia in tema di giustizia. Un sopruso dello Stato centrale”. A Nicosia tuttavia non si danno per vinti. “Ci appelleremo al Tar del Lazio, se dovesse essere necessario anche alla Corte Costituzionale”, aggiunge amareggiato il sindaco.

Scompariranno? Anche la soppressione dei piccoli tribunali rischia di essere un processo tra torto e ragione nell’Italia dai cento campanili e dai cento palazzi di giustizia, alcuni veri e propri avamposti di legalità in trincea con l’illegalità.

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Carmelo Caruso