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ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Matteo Renzi: che campagna elettorale farà

Sarà a regime ridotto con volti noti, grande presenza mediatica e l'aiuto delle fondazioni amiche. Per tentare di recuperare (almeno un po') sui sondaggi

Sarà la prima campagna elettorale senza finanziamento pubblico ai partiti e ora che Matteo Renzi ha concluso il suo tour in treno, ci si chiede quali saranno le tappe della prossima campagna elettorale che porteranno alle elezioni politiche del 4 marzo.

Intanto, però quella che doveva segnare l’inizio della maratona elettorale a Reggio Emilia sabato prossimo, insieme a Paolo Gentiloni, è stata rimandata a causa delle condizioni metereologiche che hanno messo in ginocchio quella zona.

Una campagna a regime ridotto

Dal Pd fanno sapere pertanto che per dettagli più precisi bisognerà aspettare gennaio. Nel frattempo, Renzi ha reso noto nella sua E-News che si tornerà ad un porta a porta e che ci saranno volontari sparsi su tutto il territorio pronti a raccontare il programma del PD e a confrontarsi con i cittadini. Il modello, spiegano dal Pd, dovrebbe essere quello che ha portato Emmanuel Macron all'Eliseo.

E proprio perché non c’è più il finanziamento pubblico ai partiti e le casse del Pd sono in crisi dopo le spese faraoniche per il referendum costituzionale, quella che si prospetta è una campagna elettorale a regime ridotto. Però Renzi, a quanto pare, sarà molto presente in televisione cosa che in passato non è che gli abbia portato molta fortuna.

Il nodo delle alleanze

Intanto rimane il nodo delle alleanze.

Il progetto “Più Europa” dei Radicali italiani ha fatto sapere con una nota che lavora ad un apparentamento con il PD, soprattutto ora che è stata portata a casa una delle leggi che il partito da tempo chiedeva sul biotestamento. Quello che chiedono gli esponenti di “Più Europa” è un impegno del Pd sulla costituzione degli Stati Uniti d’Europa entro il 2025, perché spiega il Segretario Riccardo Magi “la retorica anti-europeista è sulla bocca di tutti i leader dei principali schieramenti politici. Ovvio che con il Pd c’è un canale privilegiato di dialogo perchè ci sembra il più vicino a queste istanze anche se per noi il modo con cui il Partito democratico affronta il discorso europeo non è del tutto soddisfacente”.

È poi nata “Insieme” per i nostalgici dell’Ulivo che riunisce i Verdi, i Socialisti e gli ex prodiani. Una lista a sinistra del Pd necessaria, almeno nelle intenzioni, ad arrestare l’avanzata di Grasso e Bersani & C. Inoltre, in barba a tutte le rottamazioni annunciate dall’attuale gruppo dirigente, a sostenere la corsa elettorale di Renzi ci sarà anche una lista centrista popolata da Fabrizio Cicchitto, Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini.

Tutto considerato, tuttavia, per Renzi non tira una buona aria. Secondo gli ultimi sondaggi realizzati da Agi – Youtrend il centrodestra unito sembrerebbe raccogliere il 36 percento delle preferenze e il Movimento 5 Stelle da solo il 27,2 per cento, mentre il PD cala ancora al 24,4 per cento.

Rottamazione addio

Chiusa la partita delle alleanze, tutto sarà più chiaro anche nella mappatura delle candidature. Servono nomi che attirino gli elettori. Tra i più quotati in queste ore: la giornalista Annalisa Chirico, il virologo Burioni, l'astronauta Cristoforetti, la donna sfregiata con l’acido Lucia Annibali, già in forze al dipartimento delle Pari Opportunità, Paolo Siani, il fratello del giornalista ucciso dalla camorra.

Insomma, senza finanziamento pubblico ai partiti, con le casse del Pd mezze vuote e 184 dipendenti in cassa integrazione il Pd questa volta si gioca il tutto per tutto con ogni mezzo. Volti noti nelle liste in grado di conquistare anche il voto nazional popolare, una forte presenza mediatica e l’aiuto delle fondazioni vicine al Pd come Eyu e Open che anche questa volta non faranno mancare l’apporto finanziario ad una campagna elettorale che potrebbe segnare le sorti del leader Renzi e anche del Partito democratico, sempre più simile ad un comitato elettorale ad personam.

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Sara Dellabella