Martino: "Il Muos serve a noi, non agli americani"
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Martino: "Il Muos serve a noi, non agli americani"

Tiene banco la protesta contro la base radar Usa in Sicilia: parla Antonio Martino, ex ministro della Difesa di Berlusconi

 

Il Muos tiene ancora banco. Il Tar di Palermo ha rimandato al 6 giugno la decisione sul ricorso del Ministero della Difesa contro la revoca voluta dalla Regione Sicilia. A Panorama il Ministro degli Esteri Emma Bonino, che ha incontrato la scorsa settimana il Segretario di stato statunitense John Kerry, spiega che “il rinvio del Tar non cambia la posizione del governo. Siamo tutti consapevoli dell’importanza strategica della base radar americana. Detto questo attendiamo di conoscere entro il 31 maggio gli esiti dello studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità. A quelli ci conformeremo. Non c’è bisogno che io ribadisca i legami di cooperazione tra i nostri due Paesi”.

Chissà che ne pensa Antonio Martino, che nella propria carriera governativa ha dovuto affrontare non pochi grattacapi insieme all’alleato d’oltreoceano. “Prima che diventassi Ministro della Difesa, conoscevo solo per sentito dire i tension headaches. Da Ministro ne ho avuto esperienza diretta”. Il mal di testa più terribile? “Senza dubbio quando l’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, ai tempi dell’intervento americano in Iraq, volle che io bloccassi la 101ª divisione aerotrasportata con sede ad Aviano. Voleva che le impedissi di partire per l’Iraq. Sarei dovuto andare dai carabinieri e far arrestare una intera divisione. Gianni Letta ebbe un ruolo importante per uscire dall’impasse, ma quell’episodio colpì a tal punto il mio omologo americano Donald Rumsfeld che il progetto di realizzare una base per l’addestramento congiunto a Sigonella sfumò. Un’occasione persa per la città, che avrebbe ospitato 4mila famiglie in più, e per le nostre forze speciali”.

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Adesso il bersaglio delle proteste è la base del Muos, che consentirebbe ai militari Nato di comunicare ovunque essi siano, con una capacità decupla rispetto ad oggi. “Mi sembra una questione identica alle antenne di Radio Vaticana, che non hanno mai fatto male a nessuno”. E’ importante stabilire una base a Niscemi? “La Sicilia è la più grande portaerei collocata al centro del Mediterraneo. Consente di controllare un’area che va dal Portogallo al Pakistan, dalla Danimarca al Marocco”. Previsioni per il futuro? “Nel 2020 ci saranno sulla terra un miliardo di maschi di età compresa tra i 17 e i 29 anni. Di questi potenziali combattenti 65 milioni vivranno in Europa, 300 milioni saranno perlopiù dislocati sulla riva sud del Mediterraneo, disoccupati, disperati e insufflati da ideologie estremiste. E noi, che spendiamo meno di un punto di Pil per la difesa, ci lamentiamo se gli Stati Uniti vogliono impiantare un sistema di radar che mira sopratutto a proteggere noi, non gli americani. E’ una vergogna assoluta”.

 

Secondo qualcuno dovremmo ridurre ulteriormente il budget per la difesa. “Nella storia millenaria dell’umanità sono esistiti Stati senza sanità pubblica, senza scuole pubbliche o pensioni pubbliche. Mai senza la difesa. La difesa è lo Stato”. Quanto pesa l’antiamericanismo militante? “Grillini e verdi si sono alleati. I verdacchioni rappresentano per la civiltà occidentale lo stesso pericolo incarnato in passato dal comunismo. Coltivano un dogma: se non esistesse l’uomo, la natura sarebbe in perfetto equilibrio. E’ una colossale sciocchezza. Io sono antropocentrico”. Come se ne esce, professore? “La dote più scarsa  in politica non è la competenza né l’onestà, ma  il coraggio. I politici sono un mucchio di vigliacchi. Ricordo ancora quando, al termine delle operazioni militari americane in Iraq, decidemmo di mandare i nostri a Nassiryia. Ero a Palazzo Baracchini in via XX Settembre. Mentre parlavo al telefono con Rumsfeld, si sentivano i cori esterni che scandivano: Martino assassino”. Ne serba un ricordo vivido. “Come quando, a seguito delle richieste pressanti dei sardi, riuscii ad ottenere il ritiro degli americani da La Maddalena. Lo anticipai in via riservata a Renato Soru, che pensò bene di annunciarlo ai quattro venti. Sa che cosa accadde? I maddalenini organizzarono contro di me scioperi e manifestazioni perché perdevano il lavoro. Cornuto se li facevo restare, cornuto se li facevo partire. Una grande lezione di vita”.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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