ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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M5S, Di Maio, Di Battista e altri incidenti

Il voto delle europee rischia di archiviare il Movimento 5 Stelle. Ma questa politica cambia molto velocemente, quindi...

La crisi elettorale del Movimento 5 Stelle, con milioni di voti perduti nella fatale domenica del 26 maggio, è prima di tutto la crisi del loro inventore, Beppe Grillo. È un signore di 71 anni, ancora giovane, ma forse si sente vecchio. Il sentirsi o no anziani è una faccenda molto personale che ciascuno di noi deve risolvere da solo. È un problema che ciascuno vive in modo differente. L’ho imparato da piccolo osservando le clienti della modisteria di mia madre. C’erano delle signore in là negli anni che si ritenevano ancora trentenni. E avevano amanti molto più giovani. Un giorno mia madre chiese a una sua cliente di 65 anni come si comportasse a letto il suo moroso. Ridendo, lei rispose: «Lui è uno stallone, ma io ho più energia di lui. Sono una vecchia porcellona e non mi stanco di essere presa».

Come se la passa il povero Grillo? Male. Il tempo dei Vaffa, ossia del «va a fare in culo» gridato ai politici in tutte le piazze d’Italia è finito e non tornerà più. Imprese come quella di attraversare a nuoto lo stretto di Messina sono diventate irripetibili. Allo stesso modo è finita per Grillo l’epoca che lo vedeva consultarsi con guru di talento, come Gianroberto Casaleggio, appassionato di fantascienza e innamorato di futurologia. Per dirla tutta, Grillo è un disoccupato che non sa in che modo passare le giornate. Eppure un modo l’ha trovato. A scoprirlo è stato Francesco Merlo di Repubblica. L’inventore dei Cinquestelle sarà l’ospite d’onore del Congresso mondiale dei Terrapiattisti. Chi sono questi signori? Una setta convinta che il mondo non sia sferico, bensì piatto. Se fosse una verità rivelata, spiegherebbe le tante difficoltà della razza umana nel governare l’universo.

Del resto è meglio occuparsi di fantascienza che piangere sul destino cinico e baro che ha travolto il tuo capolavoro politico. Non servirebbe a nulla anche dare la colpa alla voracità autoritaria di Matteo Salvini, il capitano leghista che si è messo in testa di diventare il padrone assoluto dell’Italia. Scaricare le proprie colpe sugli altri non porta mai bene. Mi ricorda la fine dell’Europa conquistata da Hitler all’inizio degli anni Quaranta. La verità era chiara: i carri armati nazisti, i famosi panzer della Guerra lampo, erano delle macchine micidiali rispetto alle carrette messe in mostra dagli avversari.

Il 26 maggio 2019, il Capitano leghista si è rivelato una terribile macchina da guerra. I Cinquestelle non potevano certo fermarlo con un signorino come Luigi Di Maio. Un trentenne senza arte né parte, sempre ordinato, con la cravatta giusta, il sorriso da figlio di mamma, una carineria pronta per tutti. Insomma un bamboccio incompetente e del tutto inadeguato a fermare il panzer nazista di Salvini, ma anche pronto a fare incetta di incarichi.

Vogliamo rammentarli? Capo politico della delegazione stellare nel governo di Giuseppe Conte. Vicepremier. Ministro dello Sviluppo economico. Ministro del Lavoro. Quanta grazia, sant’Antonio! Per dire l’ultima, Gigino, nelle vesti di ministro del Lavoro è rimasto all’oscuro della chiusura del Mercatone Uno, che ha gettato sulla strada 1.800 dipendenti che hanno appreso di essere disoccupati da un passa parola sui social. Quale sarà la sorte di Gigino? Nei dintorni dei Cinquestelle c’è già chi lo immagina sostituito da un altro leader: Alessandro Di Battista, ritornato in Italia dopo un esilio volontario nelle aree povere dell’America del Sud. In tanti pensavamo che il rientro in patria fosse soltanto un modo per allungarsi la vacanze. Invece no: sembra che l’esule abbia deciso di dedicarsi alla battaglia della propria vita. Quella di prendere il posto a Di Maio e rianimare i Cinquestelle e poi entrare in guerra con i panzer di Salvini.

Il Bestiario appartiene alla categoria di quanti ritengono una leadership di Di Battista uno scherzo di Carnevale. Purtroppo per chi ama il pluralismo politico la verità è un’altra. L’epoca dei Cinquestelle si è chiusa domenica 26 maggio 2019. Quello che abbiamo di fronte è un reperto storico, per non dire un cadavere che nessun santo riporterà in vita. Il mondo cambia in fretta. E anche la politica italiana cambia con una velocità che nessuno si aspettava. Rimettere in pista un nuovo Cinquestelle sarà soltanto un esperimento affidato a un team di scienziati pazzi. Che non porterà da nessuna parte e si rivelerà in partenza un disastro senza rimedio.

Più o meno lo stesso discorso vale per Matteo Salvini. Anche la sua Lega diventerà un reperto storico che, prima o poi, verrà gettato nel guardaroba dei cani, ossia nella spazzatura secondo il lessico della mia nonna paterna, la terribile Caterina Zaffiro. Ma il Capitano leghista, nonché futuro padrone italico, ha un vantaggio sugli altri politici: sé stesso.

Salvini è una vera carogna, se lo scrutiamo con attenzione. Lui si fida soltanto di sé stesso. E delle colonne di carri armati che si sono già messi in moto per conquistare l’Italia. I suoi panzer sono simili a quelli della Guerra lampo che consentì a Hitler la conquista dell’Europa. I piloti di quei carri armati discutevano forse le strategie di Herr Hitler? Per niente. Gli avevano impartito un ordine e loro lo eseguivano. Faranno così anche i conduttori dei panzer di Salvini.

Tuttavia, alla conclusione di questo Bestiario, rimane inevasa una domanda. Alla fine della sua Guerra lampo, Hitler incontrò un avversario che lo sconfisse nel modo più brutale. Chi può essere l’avversario che manderà al tappeto il Capitano? Ancora non sappiamo chi sia. Ma il sottoscritto ha una certezza: c’è, state sicuri che c’è!

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Giampaolo Pansa