La lettera d'addio del segretario del PD Roma
Salvatore Contino
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La lettera d'addio del segretario del PD Roma

Lionello Cosentino lascia la guida del partito dopo il commissariamento a seguito dell'inchiesta Mondo di mezzo

A un anno preciso dalla sua vittoria alle primarie per la segreteria del Pd Roma, Lionello Cosentino, 63 anni, lascia la guida del partito dopo l'inchiesta "Mondo di Mezzo" che ha terremotato la politica capitolina, travolto alcuni degli esponenti più in vista della compagine dem e spinto il segretario nazionale Matteo Renzi a decidere per il commissariamento. "Lo fa da gran signore quale è sempre stato" sottolineano molti iscritti sulle loro pagine Facebook. Chi ha lavorato con lui nella segreteria di Via delle Sette Chiese, fino a sabato scorso, giorno della conferenza programmatica che doveva rilanciare l'azione della federazione romana, ne parla come di "un uomo onesto, che dalla politica non ha mai avuto nulla da guadagnare, soprattutto ora, da segretario romano, sapendo che sarebbe stato il suo ultimo incarico politico". Scrive, Cosentino, con un misto di serenità e amarezza, di non temere nulla, di non essere indagato, di non aver nulla a che fare con la corruzione e i reati di cui si parla; aggiunge che andrà in pensione, su una panchina ai giardinetti e si rende disponibile a fare volantinaggio per il suo circolo. Contattato da Panorama.it, Cosentino, già assessore regionale alla Sanità ed ex senatore, ha preferito non aggiungere nulla alla lettera inviata agli iscritti e che pubblichiamo qui di seguito.

Agli iscritti

Lascio l’incarico di segretario, perché penso che si la scelta giusta. Nel salutare voglio essere chiaro:

1 – Quello che emerge da questa inchiesta è terribile, indegno. Il sistema di potere di ex terroristi neri e di banda della Magliana, creatosi ai tempi della Giunta Alemanno, si è infiltrato nella vita amministrativa della città e nella politica, lambisce noi, esercita il suo potere di corruzione. Tutto ciò va spazzato via, e ringrazio la magistratura per il lavoro che fa. Non ci sono santuari da difendere: sia fatta, su tutto, chiarezza.

2 – In questa situazione, non avrei avuto la forza, da solo, di restituire fiducia al partito. Serviva, è servito un intervento nazionale. Orfini è giovane, bravo, autorevole. Ci aiuterà.

3 – Ma il partito romano c’è. Tra tante difficoltà e tanta fatica, il partito c’è, siete voi. Siamo gente seria, che crede in quello che fa. E fra noi tanti giovani. Non fermiamoci. La conferenza per Roma ci ha indicato una strada su cui lavorare. E ora serve, come sempre nei momenti difficili, reagire e mettere in campo tutte le nostre energie.

4 – Per quello che mi riguarda, a chi interessa, voglio dire che non sono implicato nelle indagini e non temo nulla. Non ho niente, ma proprio niente, a che fare con la corruzione e i reati di cui si parla. Chi mi vuol bene, lo sa già. Agli altri dico: ”State tranquilli”. Sono una persona onesta, e lascio la politica povero come ci sono entrato.

5 – Vado quindi in pensione. Esattamente una panchina ai giardinetti, con un buon libro in mano. Ai compagni di Monte Mario, il mio circolo, dico: “Se serve un volantinaggio, ci sono. Fatemi un fischio.”A tutti dico grazie. E un saluto affettuoso, con un sorriso, ai tanti che mi sono stati vicino.

Lionello Cosentino

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Claudia Daconto