Sergio Mattarella
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Le due riunioni segrete (e i tradimenti) che portarono Mattarella al Quirinale

Panorama, basandosi sulla ricostruzione fatta da Bruno Vespa nel nuovo libro, racconta i passaggi decisivi dell'elezione del Presidente della Repubblica

Due riunioni riservate. Due passaggi, finora inediti, sul percorso che tra il gennaio e il febbraio 2015 ha portato all’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.

Ne dà notizia Panorama, nel numero in edicola da domani giovedì 5 novembre, la cui storia di copertina è "Romanzo Quirinale", basandosi sulla ricostruzione fatta da Bruno Vespa nel suo nuovo libro Donne d’Italia (Mondadori).

Il 19 gennaio fu organizzato un incontro riservato alla prefettura di Milano, cui parteciparono in sette: Berlusconi, Giovanni Toti e Niccolò Ghedini per Forza Italia; Angelino Alfano, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello per il Nuovo centrodestra; Lorenzo Cesa per l’Udc.

Nella prefettura milanese, il centrodestra trovò l’accordo sul nome di Pier Ferdinando Casini al Quirinale.

I convenuti si dissero che quell’incontro sarebbe stato il primo di una serie destinata a ricostituire il fronte moderato anche alle elezioni amministrative della primavera 2015. Nessuno sembrò dar peso al fatto che, se Alfano fosse tornato alla casa del Padre, il governo sarebbe entrato in crisi.

Il secondo incontro si tenne il 28 gennaio al ministero dell’Interno. Alla riunione parteciparono Alfano, padrone di casa, Casini, Lupi, Quagliariello, Fabrizio Cicchitto e il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Dall’altra parte erano Berlusconi e Denis Verdini. "Noi abbiamo ricostituito il centrodestra" disse Alfano con una certa solennità. "Tra noi si è stabilito un patto di ferro. Non dobbiamo votare Mattarella".

Alla fine della riunione, mentre Letta e Verdini salivano in automobile, quest’ultimo, chiudendo la portiera, disse: "Questi, fra tre ore si rimangiano tutto…". E in effetti l’accordo sfumò.

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