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ANSA/ANGELO CARCONI
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Laura Boldrini: perchè la Lega Nord ce l'ha con lei

Rappresenta esattamente quello che il partito di Salvini detesta: la mano tesa verso l'immigrazione e il diverso. Un capro espiatorio perfetto

Laura Boldrini non piace quasi a nessuno se non alla sinistra e all'ala bersaniana del Pd che nel 2013 consentì all'ex portavoce dell'alto commissariato dell'Onu per i rifugiati di arrivare a occupare la poltrona di terza carica dello Stato. Il centrodestra la tollera a stento. Forza Italia non le ha mai risparmiato critiche anche dure, l'ultima da parte di Renato Brunetta per la trasferta della presidente della Camera a Philadelphia per festeggiare la nomination di Hillary Clinton alla Casa Bianca.

Chi però va oltre ogni limite, oltre la dialettica politica anche dura, sono M5S e Lega Nord che da sempre nutrono per Boldrini una rabbiosa avversità. Perché verso di lei più che verso chiunque altro? Nel caso del partito di Salvini la risposta è semplice: Laura Boldrini, "amica" dell'extracomunitario, del rom, del nero, del diverso è la "nemica" per eccellenza di Matteo Salvini e compagni. Non potendo scagliarsi contro il singolo extracomunitario, il singolo rom, il singolo nero, la Lega attacca lei, un simbolo. E lo fa attingendo a quel repertorio di offese fisiche, sessiste, che meglio funziona per arrivare alla pancia del proprio elettorato. Di seguito alcuni dei numerosi episodi in cui Laura Boldrini ha subito attacchi deprecabili da parte di una forza politica che ambisce addirittura a guidare il centrodestra italiano.

Bambola gonfiabile

Festa della Lega a Soncino, nel cremonese. Matteo Salvini si è appena reso protagonista di una sorta di spogliarello quando dal pubblico gli lanciano sul palco una bambola gonfiabile. Il leader della Lega l'afferra e tra le risatine dei suoi supporter la paragona alla Boldrini. L'indignazione è generale. Salvini, invece di chiedere scusa, rincara la dose e lancia l'hashtag #sgonfialaboldrini.

"Eliminata fisicamente"

Come se non bastassero le offese di carattere sessista, a pochi giorni dal polverone sollevato dalla frase di Salvini pronunciata a Soncino, è un'amministratrice locale del Carroccio, Monica Bars, capogruppo leghista nel consiglio comunale di Musile di Piave, in provincia di Venezia, ad arrivare alle minacce: "Laura Boldrini va eliminata fisicamente", scrive la donna su Facebook. "Dal ruolo politico che ricopre" si è poi affrettato a chiarire l'avvocato della Bars nel tentativo, vano, di ridimensionare la gravità di quella frase sulla quale un gruppo di deputati dem ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Capra

Nell'ottobre del 2015, durante un'intervento in Aula del collega Massimiliano Fedriga sulle norme di cittadinanza, il parlamentare ravennate della Lega, Gianluca Pini, sbraita al suo fianco urlando contro la Boldrini "capra", "non capisci un c..., vattene, incapace".

"Poverina"

È sempre sul tema degli immigrati che nel 2014, a Montecitorio, va in scena un altro attacco diretto alla presidente Boldrini. A prendere la parola in Aula è il capogruppo leghista Nicola Molteni che la definisce "sacerdotessa degli immigrati" e l'operazione Mare Nostrum "un'operazione criminale". Al termine dell'intervento il resto del gruppo si alza e mostra delle magliette con su scritto "Stop invasione". Boldrini richiama i deputati all'ordine intimando loro di non fare "pagliacciate". Poco dopo in sala stampa arriva il momento di Salvini: "è una poverina, mi fa pena e tenerezza. Spero sia presidente della Camera ancora per poco".

"La peggior presidente della Camera della storia"

"È la peggior presidente della Camera di tutta la storia, razzista nei confronti degli italiani. Mi sembra Obama, che va a fare la pace con Castro e gioca alla guerra con Putin". Poi aggiunge: "È il nulla fatto donna". È l'aprile del 2015 e Matteo Salvini capovolge contro Boldrini lo stigma del "razzista" che viene solitamente riservato a lui. Per il segretario della Lega la colpa più grave della presidente della Camera è quella di tenere l'altro, il diverso, lo straniero, il migrante, in maggiore considerazione degli italiani. E "prima gli italiani" è sempre stato lo slogan alla base del successo del Carroccio.

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Claudia Daconto