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Mida / Ansa
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Se la lotta al Governo conta più che ricordare Falcone

Orlando, Fava e Musumeci hanno disertato la commemorazione ufficiale per attaccare il Governo ed i ministri presenti

C'è qualcosa di serio che non va in questo paese se nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci, nella quale rimase ucciso Giovanni Falcone con la moglie e gli uomini della scorta, i maggiori rappresentanti delle istituzioni siciliane e locali decidono di non partecipare, disertando la commemorazione ufficiale in segno di lotta al Governo Conte e dei suoi rappresentanti presenti: il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini ed il presidente della Camera Roberto Fico.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ed il Presidente della Commissione Antimafia della Sicilia, Claudio Fava non si sono presentati oggi alla cerimonia. Un no dal sapore puramente della lotta politica, anzi, di partito, non della lotta alla mafia.

Una scelta libera, certo, motivata in vario modo, ci mancherebbe.

Un gesto che però pesa, che si commenta da solo, che dà l'esatta dimensione del livello (pietoso) raggiunto dallo scontro politico che alla fine fa solo il gioco della criminalità organizzata.

 «Le istituzioni devono essere sempre rispettate e sono inutili le polemiche» ha commentato Maria Falcone, sorella del giudice, dando l'ennesima lezione di quale sia il livello del senso dello Stato cui dovremmo tendere. Tutti.

L'ultima parola, oggi come 27 anni fa, la lasciamo a chi, su quell'autostrada ha lasciato la vita:

"Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole". (Giovanni Falcone)

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