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La Leopolda: le conclusioni

Chiude i battenti il meeting del Pd firmato Renzi. "La bandiera ce l'abbiamo nel cuore" dice il segretario premier. "Il bello deve ancora venire"

"Guardate che casino abbiamo combinato. Abbiamo rovesciato il sistema politico più  gerontocratico d'Europa partendo da qui". Il "rottamatore" è tornato a casa. Quando sale sul palco della Leopolda per chiudere la tre giorni fiorentina, Matteo Renzi veste i panni del premier.

Indossa un abito blu e una cravatta rossa che però a metà discorso, insofferente, sfila via. Ma è da leader del "partito della ragione" che fa esplodere la gremita platea in un boato. Quando proclama, senza ombra di dubbio: "Non abbiamo bisogno di dare mancette elettorali, come  ci accusano. Se si votasse ora vinceremmo al primo turno, con una percentuale maggiore di quella delle europee". Oltre il 40%.

Le bandiera del Pd

Sul podio da cui parla il segretario non ci sono bandiere del Pd, neanche quest'anno. Perciò la minoranza del partito ha declinato l'invito e polemizzato. Ma Renzi difende la scelta: "Questo è uno spazio di libertà ma la bandiera ce l'abbiamo tatuata nel cuore. Quelli che ci chiedevano di mettere le bandiere se ne sono andati dal Pd. Noi siamo qui".

La nuova classe dirigente è rappresentata da amministratori locali come Stefano Bonaccini e da imprenditori come Oscar Farinetti ("L'Italia non esporti più armi da  guerra", è una delle sue proposte "irrealizzabili"). Una classe dirigente che Renzi ha portato nei consigli di amministrazione delle aziende partecipate dallo Stato: "Non è mica colpa mia se in questi anni abbiamo invitato tanta gente perbene e brava...".

il bello "deve ancora venire"

Ma "il bello deve ancora venire", dice il leader Dem, che  invita però a non perdersi per strada i fondamentali come "l'insegnamento del dettato alle elementari". Avanti senza  "vivacchiare" fino al 2018, promette. E rivendica quanto fatto, dall'elezione di Sergio Mattarella, che scrive una "pagina nuova", passando per il Jobs act, che "funziona non solo per il  fattore C...", fino al referendum costituzionale del prossimo ottobre che "segnerà la storia della legislatura" e per il quale Renzi chiede di mobilitare "mille Leopolde" in tutta Italia.

Migranti e sud

Infine, due capitoli delicati come migranti e Sud. Sui migranti "posso perdere un punto nei sondaggi ma non la faccia", ribadisce mentre attacca l'Europa: "Ci fanno la procedura di infrazione perchè non abbiamo preso qualche impronta, ma l'Ue burocratica fa del male a se stessa".

Sul Sud la risposta, afferma Renzi, è nelle misure, incluso il credito d'imposta, della legge di stabilità. "Basta chiacchiere. Chi ha il coraggio e la forza di intervenire lo faccia anche perchè tutti i governatori sono nostri: con che faccia ci ripresentiamo alle  prossime regionali?", dice.

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Matteo Renzi durante il suo intervento conclusivo alla Leopolda, Firenze, 13 dicembre 2015

Di più. Il leader Dem prova a rovesciare la narrazione di un partito della nazione "acchiappatutto" e - senza mai citare le parole destra e sinistra - rivendica che se c'è "tanta gente", più di prima, a "guardare al Pd" è "semplicemente perchè c'è un partito della ragione che ci vede alternativi al nichilismo e al disfattismo".

Le ombre sulla Leopolda: le banche

È la Leopolda numero sei e la più oscurata dalle polemiche per il caso delle quattro banche salvate dal governo che investe proprio Maria Elena Boschi, che della kermesse è da sempre anima e simbolo.

- LEGGI ANCHE: Boschi, il padre e il decreto salvabanche

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Un momento della protesta contro il decreto salva-banche alla Leopolda 6, Firenze 13 dicembre 2015

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