Italicum, ecco la riforma firmata dal Pd
EPA/TIBERIO BARCHIELLI / UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI
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Italicum, ecco la riforma firmata dal Pd

Abolizione del ballottaggio e deputati eletti nei collegi sono le modifiche su cui il partito di Renzi ha raggiunto un accordo

Il superamento del ballottaggio e l'elezione dei deputati nei collegi. Sono i due aspetti dell'Italicum che potrebbero cambiare dopo il referendum costituzionale.

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Le modifiche sono infatti indicate nel documento approvato da una commissione Pd formata dai vertici del partito (Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Luigi Zanda, Matteo Orfini) e dal deputato della minoranza Gianni Cuperlo. Il testo non assume invece nessun impegno sulla possibilità di assegnare il premio di maggioranza non alla lista, come previsto ora, ma alla coalizione, come chiedono a gran voce i piccoli partiti. I principi di base del sistema elettorale, viene spiegato nel documento, restano "governabilità e rappresentanza": se le modifiche proposte divenissero legge cambierebbe il modo di ottenerli. 

Che succede adesso

Il documento sarà inviato ad Assemblea, Direzione e gruppi parlamentari Pd, ma il Parlamento inizierà a occuparsi del tema non prima del referendum costituzionale del 4 dicembre, anche perché dalle consultazioni svolte informalmente dalla commissione è emerso che la maggioranza degli altri partiti non è disposta ad affrontare il tema prima del voto.

I ballottaggi

Ma come cambierebbe l'Italicum secondo le modifiche indicate dalla commissione Pd? L'attuale è un sistema proporzionale con sbarramento al 3% e premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%: se nessuno lo raggiunge, si decide il vincitore in un ballottaggio tra i due partiti più votati. Il documento indica invece la possibilità che con un premio che assicuri la governabilità, si possa archiviare il ballottaggio dell'Italicum. Ma non viene indicata l'entità del premio né se sarà assegnato alla lista o alla coalizione.

La scelta dei deputati

Il secondo aspetto è quello del metodo di selezione dei deputati: la legge elettorale in vigore prevede che si votino liste con capolista bloccato e la contesa tra gli altri con le preferenze. La commissione Dem indica invece la "preferenza" per la scelta di un "sistema di collegi". Ma, nota il bersaniano Federico Fornaro, che critica il documento, non si indica "se i collegi siano uninominali maggioritari (candidato di coalizione) oppure uninominali proporzionali (candidato di partito)".

Gli scontenti

Sinistra riformista, l'area Pd che fa capo a Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani, ha bocciato l'accordo perché contiene impegni troppo vaghi e soprattutto "è una dichiarazione di intenti e non una proposta di legge". Quanto alle altre forze politiche, l'abolizione del ballottaggio appare un cambiamento largamente condiviso. Per il resto, restano agli atti le richieste da loro avanzate in questi mesi di discussione. I piccoli partiti - Ncd su tutti - chiedono di assegnare il premio di maggioranza non alla lista ma alla coalizione. Silvio Berlusconi ha espresso una preferenza per un sistema proporzionale, che lascerebbe anche la possibilità di larghe intese dopo il voto. I Cinque stelle hanno una proposta di legge proporzionale (lo hanno chiamato "Democratellum"), con collegi intermedi, soglie di sbarramento e preferenze, sia positive che negative. (ANSA)

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