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ANSA/GIORGIO ONORATI
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Il Restitution Day del M5S: botta e risposta con il PD

Al Senato la cerimonia sui milioni risparmiati tra diarie, stipendi e indennità non ritirate. Ma a sinistra non ci stanno: falsità e ipocrisia

Il Movimento 5 Stelle ha festeggiato oggi il 5° Restitution Day, ovvero il giorno della resa dei "conti" su a quanto i pentastellati hanno rinunciato in buste paga e devoluto ad attività volte al sostegno all'economia.

In tutto si parla di 17,5 milioni di euro, di cui 16 sono finiti nel fondo per il microcredito che ha accolto già 1.852 richieste di sostegno grazie al supporto di professionisti e banche che hanno aderito all'iniziativa "microcredito5stelle".

Sul Blog di Beppe Grillo, tutti i numeri. Scrivono i 5 stelle:
- Ci siamo più che dimezzati l'indennità lorda. Da 11.281 euro a 5.000 euro, vale a dire circa 3.000 euro netti
- Abbiamo restituito la parte della diaria (3.500 euro) non spesa, rendicontando per filo e per segno quella spesa
- Lo stesso abbiamo fatto per i rimborsi delle spese di mandato. Altri 3.690 euro rendicontanti, se spesi, altrimenti restituiti
- Ci siamo impegnati a restituire il Tfr, chiamato indennità di fine mandato. Si tratta di circa 50.000 euro incassati a fine legislatura. Chi non rispetterà l'impegno non potrà più candidarsi con il M5S
- Abbiamo rifiutato le indennità per la cariche aggiuntive, come la vicepresidenza della Camera, la presidenza e la vicepresidenza delle commissioni, la carica di questore. Per queste cariche, in alcuni casi, è prevista anche l'auto blu. Anch'essa rifiutata, naturalmente.
Sommando ai 17,5 milioni di euro così accumulati i 42,7 milioni di euro di finanziamenti elettorali rifiutati, possiamo dire di aver risparmiato in tre anni più di 60 milioni di euro.

Da qui l'invito a tutte le forze politiche a fare lo stesso: "Renzi pensi a far tagliare gli stipendi ai suoi parlamentari, come facciamo noi del M5S, e avrà risparmi 4 volte superiori a quelli che dice di fare con le riforme costituzionali" ha dichiarato oggi il pentastellato Luigi Di Maio. "Spaccia questa ridicola riforma come la più grande opera di tagli ai costi della politica di tutti i tempi. Ma se tutti i parlamentari si tagliassero gli stipendi..".

Immediata la replica del PD attraverso la voce del vice capogruppo vicario alla Camera, Matteo Mauri. "All'iniziativa di oggi del Movimento Cinque stelle sul taglio dei costi della politica il Partito Democratico ha già risposto attraverso fatti concreti: in primis abolendo il finanziamento pubblico diretto ai partiti all'inizio della legislatura e poi votando una riforma costituzionale che, se approvata dal Referendum, ridurrà i parlamentari e i relativi stipendi". E ha aggiunto: "Il M5S continua a raccontare falsità e ad essere ipocrita. Falsità quando dice che non ha voluto i soldi degli ultimi rimborsi elettorali, mentre in realtà non ne aveva diritto perchè non in regola con lo statuto. Ipocrita perchè i soldi pubblici li prende eccome sotto forma di milioni di euro all'anno ai gruppi di Camera e Senato".
all'anno ai Gruppi di Camera e Senato".

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Redazione