Il massone per hobby che imbarazza Di Maio
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Il massone per hobby che imbarazza Di Maio

Il Movimento 5 stelle ha scoperto di aver candidato Lello Catiello, membro del Grande Oriente d'Italia in Campania. E ora che si fa?

“Massone, ma per hobby”. Così si è definito Lello Catiello, il candidato 5stelle che sta imbarazzando il Movimento. L’avvocato candidato al collegio uninominale di Castellamare di Stabia appartiene alla loggia massonica del Grande Oriente d’Italia, anche se tecnicamente è “in sonno” ovvero non è un membro attivo e non partecipa alle riunioni. Per stessa ammissione di Catiello, il grembiule è stato riposto nell’armadio lo scorso 23 gennaio, quando probabilmente era già maturata la decisione di scendere in politica.

I vertici del Movimento sono insorti alla notizia apparsa sul quotidiano “Il Mattino” e hanno invitato prima il candidato ad un passo indietro, diffidandolo poi dall’uso del simbolo. Ma nulla, Catiello non ci pensa proprio e rivendica la sua onestà in linea con il codice etico del Movimento che è entusiasta di rappresentare.

Le virtù del candidato

Eppure solo qualche giorno fa, Luigi Di Maio sbandierava ai quattro venti le virtù del perfetto candidato: non razzista, non omofobo, non massone. Garantendo il massimo controllo su ogni singola persona al vaglio delle candidature. Già al tempo la domanda si era affacciata: dove si controlla esattamente se uno appartiene alla massoneria oppure no?

L’ingenuità dell’affermazione era sotto gli occhi di tutti. Senza nulla togliere alle abilità del movimento, ma quella delle liste degli affiliati è una storia vecchia, anzi vecchissima che impegna la politica. La prima chiamata ad un durissimo lavoro di indagine sul fenomeno della P2 fu Tina Anselmi con una commissione di inchiesta parlamentare chiamata a indagare sulla loggia massonica che faceva riferimento a Licio Gelli. Durante quegli anni (dal 1981 al 1983) Anselmi fu vittima di minacce e intimazioni tra cui il ritrovamento di sette chili di tritolo davanti la sua abitazione. Da ultimo a indagare i rapporti tra mafia e logge è stata la commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi.

E se dopo quasi quarant'anni siamo ancora qui a parlare di massoneria e politica, è evidente che non è questione semplice da poter liquidare con una battuta: "nessun massone in lista". 

L'ingenuità del Movimento 

Insomma, se da un lato i grillini fanno bene a segnare la distanza con il mondo delle logge, dall’altro dimostrano di non sapere esattamente di cosa stiano parlando. Si tratta di associazioni che vivono sui segreti e uno di questi riguarda proprio l’appartenenza. Per cui dichiarare che al momento della redazione delle liste si è controllato che non vi fossero massoni, dimostra per l’ennesima volta l’ingenuità (e l’ignoranza) di fronte ad una tematica che da sempre appassiona i dietrologi più fantasiosi. 

Come è ingenuo chiedere a Vitiello di dimettersi in caso di elezioni. Non esiste alcuna norma che indichi tale possibilità e finirà che una volta eletto il parlamentare “in sonno” passi al gruppo misto, diventando un illustre peones della XVIII^ legislatura, per giunta libero dai vincoli del Movimento. Vale a dire stipendio pieno e nessun codice di condotta da rispettare.

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Sara Dellabella