Il fossato che divide il Palazzo dagli italiani
ANSA/ ANGELO CARCONI
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Il fossato che divide il Palazzo dagli italiani

La politica e gli elettori: a che punto è la notte del nostro scontento? Panorama lo ha chiesto ad Alessandra Ghisleri, tra i più accreditati sondaggisti italiani

La sua lettura della situazione, basata su verifiche concrete e continuate, è sconsolante: anche sotto il governo Renzi la distanza tra governanti e governati cresce, si allarga, diventa quasi un cratere; ai più, anche le riforme avviate sembrano vuoti discorsi e (il che è peggio) ormai regna una diffusa rassegnazione. Ecco perché.

L’Italia è il Paese dei fossati. Sempre più profondo è quello tra i cittadini e la cosiddetta Casta. Ma non meno insuperabile è il fossato tra  i veri ricchi (pochi) e i veri poveri (la maggioranza). C’è il fossato delle disuguaglianze, sociali, etniche, religiose. E c’è il fossato tra chi paga le tasse e chi evade in assoluta comodità. Il fossato tende a dividere e a creare mostri.

I temi dei sondaggi effettuati in questi primi mesi del 2014 da Euromedia Research (alcuni dei quali pubblicati in queste pagine) evidenziano un fossato d’interessi: la politica parla prevalentemente di riforme che non appassionano nessuno, i cittadini vogliono sapere quali provvedimenti economici saranno presi e nel frattempo tremano, si preoccupano, si arrabbiano. Quel fossato rischia di diventare un fiume. Speriamo almeno che non sia un fiumiciattolo milanese, perché altrimenti esonderebbe ogni notte. Alla faccia dell’Expo 2015.

 Sicuramente si è esagerato nel festeggiare, all’inizio di agosto, il primo passo della riforma delle Camere in attesa di altri molteplici voti in aula che confermeranno l’impossibilità di riformare per davvero uno Stato obsoleto, lento, paralizzato da un apparato dirigente che ha un solo obiettivo strategico: conservare il proprio potere, mantenere gli elevati stipendi, conservare privilegi degni dei peggiori anni del regno dei Savoia.

Tra le ricerche di mercato realizzate in questi primi 8 mesi dell’anno fa impressione quella che riassume le priorità che i cittadini indicano al governo Renzi: lotta alla disoccupazione, riduzione dei costi della politica, riduzione delle tasse, rilancio dell’economia, riduzione della spesa pubblica, lotta all’evasione fiscale.
Del nuovo Senato poco si parla. Nelle interviste, certo, ma anche nei bar, nei mezzi pubblici, negli stadi sportivi, sulle panchine. È scontato, ma va sottolineato: nessuno si sogna di argomentare col vicino di ombrellone se sono meglio 315 o 100 senatori. Altri sono i problemi.

Il fossato è sempre più profondo. Matteo Renzi piace perché parla da cittadino qualunque, perché è simpatico, perché ha dimenticato il gessato e la cravatta. E poi non è nemmeno deputato. Forse il solo stipendio che porta a casa è quello di segretario del suo partito (in realtà il reddito dichiarato dal premier è stato di 145.624 euro lordi nel 2012 e di 114.796 nel 2013, ndr). Non certo generoso nei confronti di chi ha portato la rivoluzione all’interno del Pd. Ma quando si entra nei temi concreti tutto cambia. Come se fossero passati inutilmente i terribili anni 2008-2013. Come se la Casta fosse rimasta immobile nonostante cinque diversi presidenti del Consiglio.

 Il fossato più profondo è quello dei pensionati. Non tanto perché anziani e meno baldanzosi, ma in quanto increduli e pronti alla guerra in caso di taglio delle pensioni. Hanno smesso di comprare quotidiani per risparmiare, s’informano attraverso la tv e con le chiacchiere  del vicino di casa, del compagno di carte, dei figli, dei nipoti e della copia di giornale messa a disposizione da tutti i bar. Apprendono che le loro sacrosante pensioni potrebbero cambiare, subire un taglio, contribuire alla sopravvivenza dei più deboli. Litigano sul nodo fatidico: chi è benestante e chi no. Ovvero: chi riceve oltre 3 mila euro di pensione è ricco? Ma in quale Paese? Quello della Casta, che non si è ridotta lo stipendio più di tanto. Il costo dei deputati, dei consiglieri regionali, dei parlamentari europei e così via viene considerato ingiustificatamente elevato. Eppure nel lanciare la «rottamazione» Renzi aveva promesso di dimezzarli.
Nell’immaginario collettivo la Casta prosegue indefessa. Non a caso, nel sondaggio del 27 maggio, al secondo posto nei desideri si piazza la riduzione dei costi della politica. E siamo pronti a scommettere che luglio e agosto non hanno fatto cambiare idea. L’astio, il quasi-odio nei confronti della Casta fanno perdere stile, educazione, comprensione. Non è raro assistere a sceneggiate anticasta di anziane casalinghe che si sorbiscono gli improperi dal marito pensionato e li trasferiscono ad amiche, negozianti, figlie e nipoti.
 La Casta ha fatto ben poco se non nulla per cambiare,  per difendersi, per dare segnali. L’astio per quelli che stanno dall’altra parte del fossato si manifesta attraverso segnali grandi e piccoli. Tra quelli piccoli il rifiuto di acquistare le auto blu usate, anche se con sconto veramente significativo. Piuttosto che mettersi al volante laddove si sono seduti i loro autisti, meglio accontentarsi della vecchia Punto di famiglia.

 Nonostante il fossato. Nonostante gli scandali giudiziari che non si fermano. Nonostante vergogne come quelle della Regione Siciliana. Nonostante tutto gli italiani credono nella possibilità di ridare dignità e  credibilità alla politica. È questa forse la vera novità. Non vincono i cittadini-contro rispetto agli altri. Gli autentici nemici della Casta non si limitano alle parole d’ordine, alle lamentele continue. Si augurano che con l’impegno quotidiano e la supremazia del merito rispetto alla corruzione le cose possano cambiare. Da subito. E vogliono un segnale. Pretendono un segnale.
 Non sono ottimisti, gli italiani. Anzi il pessimismo in questa fine estate prevale, dilaga. Mancano le certezze. L’andamento dell’economia è un mistero. Le famiglie attendono le indicazioni economiche che saranno annunciate nel mese di ottobre. Renzi sarà messo alla prova. Lui ci ha messo la faccia e sicuramente risponderà a tono. Altri politici, a centinaia, non ci hanno messo la faccia. Solo il loro contributo alla Casta, al fossato sempre più profondo. Il fossato che li salva dalla rabbia, e dalla capacità di fare, dei cittadini italiani.

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Alessandra Ghisleri