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Il doppio volto di Roberto Fico: falco in Italia, colomba in Europa

La figura di garanzia rassicura gli elettori che il M5S non è diventato appendice di Salvini. E a Bruxelles va a smorzare i toni

In Italia lo trattano come un falco, ma poi lo spediscono in Europa come una colomba.

Il presidente della Camera, Roberto Fico nelle ultime settimane si trova a dover indossare i panni del pompiere di fronte alle fiamme del governo contro l’Europa, i signori dello spread e persino verso le minoranze interne al Paese.

Così se a casa nostra, Fico si trova a dover rassicurare pezzi interi dell’elettorato grillino sempre più spaventato della deriva leghista presa da Luigi Di Maio & C., in Europa la terza carica dello Stato è chiamata a spegnere i toni che il governo ha usato contro il Commissario economico Moscovici e il presidente della commissione Ue, Junker che nei giorni scorsi avevano mosso delle critiche alla manovra finanziaria e l’ipotesi di sforamento del deficit al 2,4 per cento.

L'Europa ci guarda preoccupata

Lo scambio di battute a distanza tra le istituzioni Ue e i due vicepremier hanno mostrato e allarmato il contesto internazionale su quello che potrebbe essere lo scenario nella prossima campagna elettorale per le europee.

Che Di Maio, Salvini e persino Le Pen su questa battaglia contro i vincoli economici, all’apparenza tutta italiana, si stiano giocando la prossima competizione elettorale europea è chiaro a tutti e negli editoriali dei maggiori quotidiani europei non passa giorno senza un focus sul governo gialloverde è visto come un “caso” che a effetto valanga potrebbe trainare anche gli altri partiti populisti presenti nella Ue, cambiando il volto al prossimo parlamento di Bruxelles.

Mai con la destra

A questo è servito il tour europeo di Roberto Fico: segnare la distanza netta tra il Movimento 5 stelle e la Lega di Matteo Salvini. Se l’alleato di governo incontra Marine Le Pen, Fico è chiamato a dire che il Movimento non sarà mai alleato con l'estrema destra e anzi alle europee correrà di nuovo da solo, ribadendo un'autonomia di pensiero e di azione del Movimento.

Fico ribadisce le battaglie dei diritti, a partire dalla vicenda di Giulio Regeni, reclamando un ruolo più attivo dell’Europa per quello che lui stesso ha definito un "un ricercatore europeo", e la stessa richiesta di collaborazione è rivolta ai vertici Ue sul tema dell’immigrazione.

Fico chiede più Europa

Collaborazione e non scontro. Roberto Fico ribadisce che quello con le istituzioni europee è un dialogo tra istituzioni ed è bene di tutti che i toni si facciano più pacati.

Ma Fico dall'alto della sua carica, che lo astrae dalle polemiche di questi giorni lancia un monito ai commissari Ue richiamando ad un ruolo sociale l'Unione Europea nata per mettere in connessione popoli e non solo per dettare fredde regole economiche. L’euroburocrazia contro il populismo più spinto, volto a sovvertire le regole che finora hanno garantito la convivenza tra 28 stati.

Fico  ha quindi cercato di convincere Junker della necessità di cambiare il registro del dialogo europeo, passando dalla mera imposizione delle regole al recupero dei principi comuni. Un percorso, quello avviato dalla terza carica dello Stato, volto a rassicurare i mercati, una parte del Movimento, l'Europa e in fondo anche una parte di sinistra che continua ad assistere a questo sfacelo quasi inerme.

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Sara Dellabella