Conte mette Colao nel cassetto. Come la prenderà il Colle?
Politica

Conte mette Colao nel cassetto. Come la prenderà il Colle?

Nessuna conferenza stampa e nessun invito agli Stati Generali. Il premier di fatto ha rinnegato e bocciato la sua stessa creatura distraendoci con la storia degli Stati Generali

Quando verso le 19 sulle chat wapp della politica e poi sui siti internet cominciano a circolare i documenti preparati dalla task force di Vittorio Colao, di istinto abbiamo impugnato il telecomando, certi che Giuseppe Conte ci regalasse l'ennesima conferenza stampa con cui ci ha tenuto compagnia in questi mesi di pandemia.

Chissà quale inquadratura avrà scelto per l'occasione il buon Casalino: a due? No a tre (lui compreso)? E perché non usare un bel drone stavolta? Invece nulla.

Niente sulla Rai (strano, molto strano); proseguiamo con i canali ma la sostanza non cambia: di Conte nessuna traccia.

Andiamo allora sui social, sui canali Facebook di Palazzo Chigi, sulla pagina di YouTube: niente da fare. Nessuna diretta, nessun fiume di parole, nessuna conferenza stampa.

Già questo, visto il personaggio in questione, basterebbe per farci capire che qualcosa tra il premier ed il grande manager non vada per il verso giusto. Ma se proprio servisse un'altra conferma questa arriva poche ore dopo. Perché nella lista degli invitati agli Stati generali, che racchiudono secondo il suo organizzatore il meglio delle menti del paese, il sig. Colao non è presente (almeno fino alle 21 di ieri sera).

La sostanza quindi è molto semplice: il Presidente del Consiglio ha bocciato il lavoro della task force che lui stesso aveva voluto e lui stesso aveva presentato come "fondamentale".

Insomma siamo davanti all'ennesimo fallimento dell'operato dell'esecutivo di questi mesi che seguono quelli in campo economico con le imbarazzanti difficoltà nella gestione dei bonus da 600 e 1000 euro, nel far arrivare i finanziamenti alle imprese, nel versamento della cassa integrazione; per non parlare della scuola e dei giovani. Oggi, ultimo, ecco la certificazione del inutilità anche della task force che doveva aiutarci nelle ripartenza: due mesi di lavoro e di attesa finiti in un cestino, superati dall'ultima trovata (di distrazione di massa) del premier: gli Stati Generali.

Davanti a tutto questo restiamo sempre più allibiti, mentre il paese si prepara alla peggior estate dal dopoguerra e forse ad un autunno ancora più cupo.

Chissà come avrà preso tutto questo il Quirinale. In molti sostengono che dietro alla scelta di Colao infatti ci sia proprio il Presidente della Repubblica…

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Andrea Soglio