Esclusivo/Berlusconi: ‘La verità sul caso Consorte e su Ruby”
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Esclusivo/Berlusconi: ‘La verità sul caso Consorte e su Ruby”

"Mai sentita l’intercettazione tra Fassino e Consorte". E su Ruby: "Se “pericolosa” mi sarei attivato anche dopo il 27 maggio 2010". L'intervista all'ex premier su Panorama in edicola giovedì 14 marzo

Nella lunga intervista che Panorama pubblica nel numero in edicola da domani, giovedì 14 marzo, Silvio Berlusconi analizza non soltanto lo stato del processo sui diritti Mediaset, ma anche quello degli altri due procedimenti in corso a Milano.

Sul processo per la violazione del segreto d’ufficio relativa all’intercettazione fra Piero Fassino e Giovanni Consorte sulla scalata Unipol-Bnl (passata alla storia per la frase pronunciata dall’ex segretario dei Ds: «Allora abbiamo una banca?»), Berlusconi dice a Panorama: «Questa sentenza è davvero un’assurdità. Per la pubblicazione dell’intercettazione tra Fassino e Consorte sul Giornale, su cui io non esercito alcun controllo, senza neppure portare a processo il direttore responsabile dell’epoca, mi si condanna perché avrei ascoltato l’intercettazione e avrei concorso alla sua pubblicazione. Non è vero. Non ho mai voluto ascoltare un’intercettazione perché considero le intercettazioni un’intrusione barbara nella  privacy dei cittadini e ho personalmente redatto un disegno di legge che, sull’esempio di quanto succede nei paesi civili, stabilisce che le intercettazioni non devono poter valere come prova nei processi, né per l’accusa, né per la difesa, in quanto facilissimamente manipolabili. In più tutti i testimoni hanno escluso che io abbia avuto un ruolo nella sua pubblicazione».

Aggiunge Berlusconi: «Sono stato oggetto di migliaia di articoli di giornali e di trasmissioni in tv. Hanno propagato ogni e qualsivoglia notizia d’indagine coperta da segreto istruttorio o dal divieto di pubblicazione. Contro questa pratica ho presentato decine di denunce, ma mai si è arrivati a un processo. Mai. In un caso hanno addirittura addotto lo smarrimento dei fascicoli con le mie querele!».

Sul terzo processo in corso, quello sul caso Ruby, Berlusconi conferma a Panorama che «mai, mai, mai si sono verificate situazioni volgari o scandalose fra i miei ospiti».

A conferma della totale correttezza dei propri comportamenti, l’ex premier ricorda che la sua vita privata è sempre stata più che esposta: «La mia esistenza» dice «è sempre stata oggetto di una spasmodica, maniacale attenzione mediatica. Di fronte ai cancelli di tutte le mie residenze, giorno e notte, stazionavano i carabinieri e frotte di fotografi e cameramen. Sotto un faro così potente e indagatore, insomma, sarebbe stato impossibile adottare comportamenti inappropriati. Ripeto: mai è stato chiesto agli ospiti di consegnare i telefonini per evitare registrazioni o fotografie, perché nulla d’irriferibile poteva accadere a casa mia».

Berlusconi è netto anche sulla telefonata fatta in questura la sera del 27 maggio 2010, che la Procura di Milano considera una concussione nei confronti dei funzionari di polizia: «Se davvero avessi avuto la preoccupazione che Ruby fosse in qualche modo “pericolosa”, come sostiene l’accusa, allora mi sarei attivato anche la settimana successiva al 27 maggio, quando ebbi notizia che la ragazza stava ancora per essere affidata a una comunità-famiglia di Genova». Invece, una volta appurato che Karima-Ruby gli aveva mentito sulla propria origine e anche sull’età, Berlusconi conferma di avere interrotto ogni rapporto con lei.

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