Elezioni regionali 2015: i vincitori
Ansa/Luca Turi
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Elezioni regionali 2015: i vincitori

Michele Emiliano, Enrico Rossi, Catiuscia Marini, Luca Ceriscoli, Vincenzo De Luca per il PD. Giovanni Toti (FI) e Luca Zaia (Lega Nord): i Governatori

1 - Michele Emiliano (PD) - Puglia

Ha vinto senza se e senza ma. E festeggiato con il tweet che potete leggere qui sopra. Michele Emiliano, candidato del centrosinistra, è il goveratore della Puglia con oltre il 47% delle preferenze.

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Al suo primo giorno di lavoro da governatore della Regione Puglia, il 56enne Michele Emiliano, che ama definirsi il "Sindaco di Puglia", potrebbe arrivare in sella a una moto Guzzi California dell'83, il suo mezzo di trasporto preferito. Nato a Bari il 23 luglio del 1959, papà di Giovanni, Francesca e Pietro, Emiliano ha intrapreso a 27 anni la carriera di magistrato antimafia tra Agrigento, Brindisi e Bari. Nel 2004, poi, è stato eletto sindaco di Bari e nel 2014 ha chiuso il suo secondo mandato come "Sindaco più amato di Italia" e con la nomina, a titolo gratuito, di assessore alla Legalità del Comune di San Severo (Foggia). Tra i momenti più significativi della sua carriera da primo cittadino, ci sono la ricostruzione del teatro Petruzzelli, a 18 anni dal rogo che lo distrusse nel '91; e la vicenda dell'abbattimento del cosiddetto ecomostro "Punta Perotti". Tra le promesse in campagna elettorale da governatore, quella di "garantire con una legge la partecipazione dei cittadini al lavoro della giunta regionale" che "dovrà periodicamente essere sottoposta al giudizio dei pugliesi".

Soprannominato "il gladiatore", è stato apertamente in contrasto con il premier Matteo Renzi rispetto a molti temi (dalla contrarietà dell'approdo del gasdotto Tap sulle coste leccesi, alla riforma della scuola) ma non ha organizzato in Puglia neppure un passaggio elettorale. E, quando qualche giorno fa Renzi è atterrato a Bari per uno scalo tecnico, i due non si sono visti neanche per un minuto. Emiliano, però, segue la sua strategia di gioco. Come quella di costruire il programma di governo con incontri pubblici, che chiama "Sagre", in cui più di 3mila persone hanno messo a disposizione le proprie idee che Emiliano ha garantito "non tradirà mai in cambio di qualche pezzo di potere a Roma".

O come la scelta di realizzare uno spot elettorale in cui invita i pugliesi a votare, anche per i suoi avversari. Quello dell'ex sindaco di Bari, incarico che Emiliano ha ricoperto per dieci anni consecutivi segnando un altro record, è uno stile apprezzato anche oltre oceano da Frank Underwood di "House of cards", la serie tv americana sugli intrighi di potere. Sottolineando le divisioni del centrodestra in Puglia che non aveva ancora individuato un candidato ufficiale, Emiliano chiese ad Underwood su Twitter di trovargli un "avversario repubblicano", ricevendo una risposta positiva: "Puoi avere il senatore Rubio". 

2 - Enrico Rossi (PD) - Toscana

Il presidente uscente e candidato del centrosinistra della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel suo comitato elettorale, Firenze, 31 maggio 2015 ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Nato a Bientina, in provincia di Pisa, 57 anni, una laurea in filosofia e una breve esperienza come giornalista, Enrico Rossi - confermatosi presidente della Regione Toscana con oltre il 48% dei voti - è stato prima assessore Pci e poi sindaco del comune di Pontedera, la città della Piaggio. E a 32 anni, si è battuto, vincendo, per evitare il trasferimento dell'impianto in Campania dove l'azienda avrebbe avuto speciali finanziamenti. Nel 2000 si presenta alle elezioni regionali per i Ds, ha l'incarico di assessore al diritto alla salute ed amministra per 10 anni la sanità toscana.

Il 29 marzo 2010 viene eletto alla presidenza della Regione con il 59,7% dei voti sostenuto dalla lista Toscana Democratica (Pd, Idv, Sel, Riformisti Toscani, Verdi, Federazione della sinistra) e il 16 aprile successivo si insedia come nuovo presidente. Rossi, che ama definirsi un comunista democratico, alle primarie del Pd si schiera con Perluigi Bersani, mantenendo poi un rapporto di collaborazione con Matteo Renzi, segretario e premier. È stato lo stesso Renzi a indicarlo fin dalla scorsa estate come migliore candidato a succedere a se stesso alla presidenza della Regione Toscana per la nuova legislatura. Tra gli ultimi atti di governo della giunta Rossi, il piano del paesaggio e l'impostazione della riforma sanitaria che portera' ad una sostanziale riduzione del numero delle Asl. Tra le diverse azioni, anche il progetto "Giovanisi" per favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e delle professioni. Oggi la conferma con il via al secondo mandato per i prossimi cinque anni.

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3 - Catiuscia Marini (PD) - Umbria

Catiuscia Marini, candidata del Pd per le elezioni regionali in Umbria festeggia dopo la vittoria elettorale a Perugia, 01 Giugno 2015ANSA/PIETRO CROCCHIONI

Presidente uscente della Regione, la riconfermata Catiuscia Marini, Pd è stata rieletta con il 42,8% delle preferenze.

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È stata primo vicepresidente del Comitato delle Regioni ed attuale capogruppo del Partito socialista europeo nello stesso Comitato delle Regioni d'Europa. Nata a Todi nel 1967, è laureata in Scienze politiche con indirizzo internazionale. Dal 1993 al 1998 ha svolto attività di ricerca in Scienze Sociali. L'attività politica di Catiuscia Marini è cominciata nei movimenti studenteschi universitari. Consigliere comunale e vice sindaco di Todi dal 1990 al 1998 ha poi ricoperto il ruolo di sindaco tuderte per due mandati consecutivi alla guida di una coalizione di centrosinistra.

È stata anche presidente di Anci Umbria. Nel 2000 Catiuscia Marini è stata nominata dall'Unicef "Sindaco difensore ideale dei bambini". La presidente umbra ha ricoperto la carica di parlamentare europeo tra il 2008 e il 2009 anno in cui è entrata a far parte della segreteria nazionale del Pd guidata da Pierluigi Bersani, con delega alle relazioni internazionali, l'Europa e i diritti. Organismo del quale ancora fa parte. Nel marzo 2010, dopo avere vinto le primarie del Pd, è stata eletta presidente della Regione Umbria. La Marini è stata quindi nominata membro del Comitato delle Regioni, della commissione per la politica di coesione territoriale e di quella ambiente, cambiamenti climatici ed energia. Per il Comitato delle Regioni è stata relatrice di vari "pareri", tra i quali quello sul regolamento generale fondi strutturali per il 2014-2020, sul futuro del Fondo sociale europeo e in materia di aiuti di stato agli aeroporti regionali. Nell'ambito della Conferenza italiana delle Regioni e Province autonome Marini svolge poi la funzione di Coordinatrice del gruppo di lavoro sulla programmazione comunitaria 2014-2020. È inoltre coordinatore vicario della commissione Salute e coordinatore della commissione Attività di cooperazione e iniziative per il dialogo e la pace in Medio Oriente


4 - Luca Ceriscoli (PD) - Marche

Luca Ceriscioli, governatore della regione Marche - 2016ANSA/BALLARINI

Luca Ceriscoli, candidato del centrosinistra, è il nono presidente della Regione Marche nella decima legislatura con il 41,04% dei voti.

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"Ora le Marche hanno un presidente, una maggioranza e un programma di governo preciso" ha subito dichiarato il nuovo presidente in pectore della Regione. Ci sono tutte le condizioni per fare bene nel prossimi cinque anni. Ex sindaco di Pesaro, Ceriscoli prevedeva un netto margine di distacco con il suo avversario principale, il suo predecessore Gian Mario Spacca, non che l'ex governatore franasse al quarto posto. Per lui il messaggio è chiaro: i marchigiani hanno voluto cambiare e "cambiamento" è stata la parola d'ordine della sua campagna elettorale, "e in questo siamo dentro una linea nazionale". Quanto all'exploit del Movimento 5 Stelle con il candidato Gianni Maggi, che entrerà in Consiglio regionale come miglior perdente, e che ha avuto uno dei migliori risultati a livello nazionale, "nessuna preclusione, ci confronteremo nell'Assemblea sulle proposte e le cose concrete. No, però, a una politica che cavalca lo scontento, ai politici che vanno sui tetti. Se si vuole ragionare sulle cose, noi ci siamo".

Peraltro, la Regione Marche ha già agito sui costi della politica, uno dei cavalli di battaglia degli stellati: "da questa legislatura non ci sono più i vitalizi, le indennità sono paragonabili a quelle del sindaco di una città capoluogo, le spese sono state ridotte". E altri temi cari a M5s come "la trasparenza e la partecipazione" sono "il nostro punto di partenza". Come priorità, il governatore eletto indica "l'abbattimento delle liste di attesa, un modo per dare un segnale concreto e per accorciare la distanza tra politica e cittadini". Tra i fattori del suo successo, "la ritrovata unità del Pd" dopo mesi di diatribe interne, culminata nelle primarie che hanno portato alla sua designazione, "facendomi riandare via un'altra volta dalla mia professione di insegnante", dopo i due mandati come sindaco di Pesaro. Proprio alla sua esperienza come primo cittadino attribuisce un valore aggiunto "è la prima volta di un sindaco in Regione, con tutta la concretezza che questo mestiere comporta" dice. Anche per questo Ceriscioli ritiene che il rigore e la sobrietà non bastino, "bisogna dare risposte alla gente e ricostruire un rapporto di fiducia tra governo e cittadini".

5 - Vincenzo De Luca (PD) - Campania

ANSA/CIRO FUSCO

Vincenzo De Luca è il governatore della Campania con il 40,9% rispetto al 38,2% di Stefano Caldoro, quando mancano meno di 400 seggi sui 5835 complessivi. Su di lui (candidato "impresentabile" secondo la lista presentata dalla Commissione Parlamentare Antimafia) pende la legge Severino e il macigno di una impossibilità a governare.

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6 - Giovanni Toti (FI) - Liguria

Giovanni Toti festeggia con la moglie Siria Magri e lo staff dopo il successo elettorale a Genova, 01 Giugno 2015ANSA/PAOLO ZEGGIO

Giovanni Toti riporta il centrodestra alla guida della Regione Liguria con il 34,45% dei voti dopo una parentesi di dieci anni. Toscano, nato a Viareggio il 7 settembre 1968, in campagna elettorale ha spesso dovuto rintuzzare le critiche di non essere ligure ma risiede dal 2001 a Bocca di Magra (frazione di Ameglia in provincia di Spezia). E alla candidata del Pd, Raffaella Paita, che annunciava i suoi programmi ha sempre risposto dicendo: "Avete avuto 10 anni per farlo e nulla è avvenuto". Figlio di un albergatore si laurea in scienze politiche in Statale a Milano. Giornalista professionista dal 1999, diventa caporedattore a Mediaset. Nel 2006 passa a Videonews. Per due anni è vicedirettore della comunicazione di Mediaset. Nel 2010 diventa direttore di Studio Aperto e poi del Tg4. In vista delle europee del 25 maggio 2014, giorno in cui si e' dimesso da ogni incarico lavorativo da Mediaset, diventa consigliere politico del presidente. Nel suo ultimo incontro con la stampa a Genova il Cavaliere ha confessato che per lui è stato un sacrificio cedere il suo consigliere politico per la corsa alla presidenza della regione Liguria.

Lo scorso anno Toti si è candidato per Forza Italia alle elezioni europee nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale, ottenendo più di 148 mila preferenze e diventando così europarlamentare. Oggi viene eletto presidente aggregando, sola Regione in Italia, tutto il centrodestra dalla Lega, ai centristi di Area Popolare ai Fratelli d'Italia.

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7 - Luca Zaia (Lega Nord) - Veneto

Luca Zaia, governatore del Veneto e Giorgio Mulè direttore PanoramaSilvia Morara

Era forse l'unica vera vittoria data per scontata. Luca Zaia, candidato della Lega Nord per la presidenza della Regione Veneto, ha sbancato vincendo con "un risultato unico" come lui stesso lo ha definito: il 50,65% dei voti.

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Politico trevigiano, 47 anni, già ministro dell'agricoltura, Zaia è nato a Conegliano, in provincia di Treviso, il 27 marzo 1968. Viene da una famiglia contadina. È sposato con Raffaella, laureato in scienze della produzione animale all'Università di Udine, Zaia è entrato in politica a 25 anni quando è stato eletto consigliere comunale a Godega Sant'Urbano nelle file della lega Nord Liga Veneta. Nel 1995 entra nella giunta provinciale di Treviso come assessore all'agricoltura. Nel 1998 prosegue la scalata e diventa, a 31 anni, il più giovane presidente di Provincia d'Italia, a Treviso, incarico in cui è riconfermato nel 2002. Dal 2005 al 2008 è stato vicepresidente della Regione, e nel 2008 è entrato per la prima volta nel Governo, ministro per le politiche agricole. Poi nel 2010 il ritorno in Regione.

Ora ha messo a segno il bis del 2010 con un risultato meno eclatante - allora fu il 60,1% - ma più significativo politicamente, se si considera che contro di lui correvano lo "spauracchio" Flavio Tosi, l'ex leghista che ha guidato il partito in Veneto fino al marzo scorso, e la Dem Alessandra Moretti, che sfruttava l'onda del Jobs act e delle altre misure del governo Renzi, apprezzate anche dagli industriali della regione. Ma non c'è stata partita. "Pancia a terra e lavorare" è stato lo slogan più usato da Zaia in questa lunga campagna elettorale, dove il governatore del Carroccio ha lasciato i toni "gridati" su Rom e immigrazione al segretario Matteo Salvini, concentrandosi invece sui temi a lui piu' cari: le eccellenze della sanità veneta, la battaglia per i costi standard, la difesa delle imprese del Nordest, i braccio di ferro con il Governo per tentare di far rientrare nel territorio il surplus di miliardi di euro che il Veneto lascia a Roma con la tassazione.

Nessun coinvolgimento nello scandalo del "Mose" - che ha colpito invece esponenti di altri partiti - una forte attività contro il dissesto idrogeologico, dopo aver affrontato da neo presidente l'alluvione dell 2010, e innovazioni mai provate prima: come l'apertura di alcuni ospedali di notte per abbassare le liste d'attesa dei pazienti. Così il politico Zaia si è affermato in questi anni anche a livello nazionale.

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