Le grandi manovre della destra che vuole guidare l'Europa
Spostare l'Unione e gli attuali rapporti di forza, ecco la missione dei partiti popolari e conservatori in vista delle prossime elezioni del 2024
Spostare l’Unione Europea a destra nel 2024. Questa è la missione di numerosi partiti popolari e conservatori in vista delle prossime elezioni europee. Operazione complessa che si propone di unire centristi alle destre nazionaliste, di mettere insieme partiti di vari paesi europei che sono al governo e all’opposizione in sistemi politici diversi. Ma questa possibile evoluzione è importante per la politica italiana, oggi Lega e Fratelli d’Italia sono al di fuori della maggioranza europea e domani potrebbero farne parte insieme a Forza Italia che invece è già membro del PPE.
Insomma, le elezioni europee del 2024 potrebbero dare maggiore centralità e forza in Europa al governo Meloni. Tuttavia, la costruzione di una alleanza di destra che includa popolari, conservatori e sovranisti non è semplice né probabile che avvenga nella sua versione integrale. Perché? In primo luogo, i popolari non vogliono saperne dei partiti sovranisti come il Front National o l’AfD e non sono disposti a trattare con i partiti conservatori più radicali, il PiS polacco pone dei problemi in questo senso. In secondo luogo, ci sono divisioni interne ai gruppi stessi, si pensi alla Lega che vorrebbe smarcarsi dai suoi alleati di Identità e democrazia oppure ad alcuni partiti popolari centristi scettici persino sul dialogo con i Conservatori.
Le condizioni per una maggioranza di destra europea ad oggi non paiono esserci nonostante sia possibile che tutti questi partiti messi insieme la ottengano. I tempi non sono maturi per una convivenza tra storie politiche così diverse. Può però accadere qualcosa che sposterà in ogni caso il baricentro dell’Unione Europea. Il PPE sembra oramai disposto ad aprire il proprio gruppo ad alcuni partiti di destra che oggi sono nei Conservatori, come Fratelli d’Italia, e forse in Identità e democrazia, come la Lega. Ciò non significa che queste formazioni entreranno nel partito popolare europeo, ma che potrebbero dare vita ad un gruppo di centrodestra europeo insieme ad esso.
A Bruxelles conta chi, sul piano parlamentare, ha il gruppo numericamente più grande. Una alleanza popolare allargata ad una parte dei conservatori garantirebbe quasi certamente la maggior dimensione a questo gruppo parlamentare. Da quel momento in poi si vedrà: l’alleanza per governare l’Unione Europea potrebbe coinvolgere i liberali e altri partiti sparsi; mentre se invece i numeri non fossero così ampi potrebbe ancora sopravvivere lo schema attuale, una maggioranza Ursula pur più sbilanciata a destra. La questione alleanze post-voto è tuttavia abbastanza secondaria perché ciò che conta a Bruxelles è entrare nella maggioranza di governo e contribuire alla scelta della Commissione. I partiti della destra italiana sembrano averlo capito e volerlo fare.