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Il mancato duello tv Renzi-Di Maio: tutti gli errori dei due leader

Quello più grave era stata la data del dibattito come dimostra la marcia indietro del candidato premier del M5S

UPDATE: Questo articolo è stato scritto prima che il leader del M5S Luigi Di Maio annullasse il dibattito tv con Matteo Renzi dopo aver pubblicato un post su Facebook in cui sostiene che, essendo stata messa in discussione la leadership del segretario PD dopo l'esito delle elezioni in Sicilia, farà questo dibattito con la persona "che verrà designata come candidato premier" una volta chiusa la direzione del partito convocata d'urgenza per il 13 novembre. Ci viene da dire che l'errore principale fatto dai due politici, e da noi segnalato, si è rivelato tale: la data dell'incontro era profondamente sbagliata perché troppo imprevedibili erano le conseguenze delle elezioni. I consigli che diamo restano dunque validi per chi si presenterà all'incontro.

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Chissà, forse li aveva ispirati la cupezza autunnale, un disco di Manuel Agnelli o l’uscita nelle sale cinematografiche di “Borg-McEnroe”. Di sicuro, dopo essersi prima sfidati nell’arena dei social network, Luigi Di Maio e Matteo Renzi avevano concordato di ritrovarsi il 7 novembre in prima serata alla trasmissione DiMartedì su La7 per duellare all’arma bianca (politicamente parlando, s’intende).

Il problema è che Di Maio e Renzi, infatti, si sarebbero scontrati subito dopo le elezioni siciliane, ai margini di un voto funesto per il Pd come per i 5 Stelle, rendendo quindi ancor più vincitori gli assenti (da Silvio Berlusconi a Matteo Salvini, passando per la sinistra-sinistra dei vari Bersani e D’Alema).

Insomma, i due un errore lo avevano già fatto: anticipando i tempi del dibattito, che avrebbero dovuto svolgere più in là nel tempo, si sono stavano consegnando a potenziali e crudeli ironie sulla sfida tra perdenti, anzi tra già retrocessi in serie B.

Ora che la frittata è fatta e che Di Maio ha cancellato l'incontro (al suo posto ci sarà probabilmente Di Battista), chi si scontrerà (da una parte e dall'altra) potrebbe almeno cercare di recuperare qualche uovo sulla base di alcuni amichevoli consigli.

Cosa dovrebbe fare Di Maio (o Di Battista)

  • Parlare poco di politica estera: interessa relativamente agli elettori e lui non è abbastanza competente in materia;
  • Non insistere sempre, soltanto e comunque su banche, vitalizi e reddito di cittadinanza: questi cavalli di battaglia confermano il consenso di chi già vota per i 5 Stelle ma non allargano il bacino di possibili elettori;
  • Essere invece insistente sui punti deboli di Renzi poco raccontati, imputandogli ad esempio la fallimentare gestione del post-terremoto nel Centro-Italia.
  • Proporre qualcosa di nuovo e concreto, per esempio una riforma della scuola più felice di quella renziana;
  • Fare a Renzi domande destabilizzanti, per esempio se il Pd manterrà fede al suo Statuto non ricandidando chi è già alla terza legislatura;
  • Evitare in generale di sembrare troppo giovane e acerbo rispetto al “vecchio” Renzi.

Cosa dovrebbe fare Renzi (o chi lo sostituirà)

  • Parlare il giusto di politica estera, cioè solo delle cose che incidono direttamente sull’Italia, cercando però di stanare il grillino su questa sua evidente debolezza;
  • Non insistere sempre, soltanto e comunque su bonus bebè, 80 euro e jobs act;  
  • Essere invece insistente sui punti deboli dei 5 Stelle, dalla gestione di Roma al garantismo improvvisato, passando per le ambiguità della Casaleggio associati.
  • Proporre qualcosa di concreto, per esempio una nuova zona franca per ogni regione italiana;
  • Fare domande destabilizzanti, per esempio sulla impossibilità di realizzare il programma di governo grillino (fare la lista dei costi esorbitanti);
  • Evitare di sembrare troppo vecchio e già consumato rispetto al “giovane” pentastellato.

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Carlo Puca