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ANSA/ANGELO CARCONI
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Così Gentiloni blinda il Governo

Fiducia al Ministro dello Sport Luca Lotti sulla vicenda Consip e visione di lunga durata dell'Esecutivo. Promesso un ulteriore taglio alle tasse sul lavoro

Nessuna sottovalutazione del caso Consip ma la permanenza di Luca Lotti al governo non si discute. Il premier Paolo Gentiloni interviene con parole precise sull'inchiesta che da giorni infiamma il congresso Pd e il dibattito politico.

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Una vicenda che interessa una sigla - quella di Consip - strategica in termini di riduzione di spese e nella quale "sarebbe grave" se emergessero "elementi di corruzione", puntualizza Gentiloni separando, tuttavia, i recenti sviluppi delle indagini dal ruolo di Lotti: "le notizie che lo riguardano sono di due mesi e mezzo fa, non si capisce perchè oggi si chieda la sfiducia".

Per Gentiloni, quindi, nulla è cambiato riguardo al ministro dello Sport rispetto allo scorso dicembre. "La mia fiducia resta immutata e mi auguro lo sia anche quella del Parlamento", rimarca il presidente del Consiglio.

Il Governo di lunga durata
Anche perchè Gentiloni pensa a un Governo di lunga durata, in "doverosa continuità" con l'esecutivo Renzi e che, soprattutto, intende arrivare "a fine legislatura" con degli obiettivi ben precisi. Così ha detto parlando alla trasmissione Domenica In intervistato da Pippo Baudo.

Chiede fiducia, promette riforme. "Abbiamo molte cose da completare che ha fatto il governo Renzi e delle cose nuove e importanti". Tra queste, sicuramente, un intervento sul lavoro: "Il nostro obiettivo nel Def - annuncia infatti il premier - è quello di abbassare ulteriormente le tasse sul lavoro. Dobbiamo rendere gli investimenti più vantaggiosi", ha spiegato sottolineando che questo si può ottenere dando "un'altra spinta sulle tasse del lavoro". "Abbiamo fatto molte cose sul piano delle regole", rivendica Gentiloni. "Si sono creati 700mila posti di lavori senza clamore, anche se la disoccupazione giovanile è ancora molto alta".

"Le cicatrici della crisi - ha detto - si fanno sentire ancora e che ci sia una crisi di fiducia è abbastanza comprensibile, ma le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata e penso che le cose possono migliorare non solo nei grandi numeri astratti ma anche nelle nostre buste paga". E forse è anche per questo che Gentiloni chiede di dare tempo al suo Governo: "Anche per togliere un'idea di provvisorietà, vorrei che il governo si desse una agenda di riforme".

Ma è anche e in particolar modo sul Sud - forse complice la sua visita di ieri a Catania - che il premier insiste. "Mi darebbero un premio Nobel se avessi una ricetta semplice" per far crescere il Sud, ha detto spiegando che le potenzialità nelle regioni meridionali sono altissime come "aveva capito alla grande Carlo Azeglio Ciampi" quando disse che la crescita italiana puo' migliorare solo se si alza la crescita al Sud. 

Sulla ricostruzione delle zone terremotate chiede ancora fiducia. Se "non nascondiamo i guai che abbiamo e se riusciamo con realismo a restituire piu' sicurezza e fiducia" ai cittadini "abbiamo fatto" il nostro dovere, ha spiegato. E dunque, pur con una critica per le rigidità a senso unico dell'Europa ha sottolineato che l'Unione è da "tenersi ben stretta". E che ora "l'Europa deve aiutare la crescita e non deprimerla". 

La questione della mozione su Lotti
Dunque sguardo in avanti e stretta sul Governo su cui Gentiloni continua a rimarcare la completa fiducia. A partire da Lotti su cui pende la mozione di sfiducia presentata dal M5S e che, in ogni caso, al momento appare numericamente impossibile. Il Pd, FI e i centristi sono pronti a respingerla al Senato e che, almeno al momento, non sembra vedere neanche l'appoggio degli scissionisti del Pd.

In un'intervista a Repubblica, infatti, il leader di Mdp, Roberto Speranza, chiede che Lotti vada via senza che ci sia un passaggio parlamentare: "esiste un tema di opportunità politica: la concentrazione enorme del potere in una ventina di chilometri, da Rignano a Firenze, lascia sgomenti", sono le parole con cui Speranza chiede le dimissioni di Lotti. Definendo "irricevibile" la tesi secondo cui se cade il ministro dello Sport, cade l'intero governo.

Difficile, peraltro, che la mozione approdi in Aula a strettissimo giro sebbene nelle prossime ore il M5S non tarderà a farsi sentire. "Finchè non sarà chiarita la vicenda questo ministro insieme al resto del 'giglio magico' devono restare fuori dalle istituzioni perchè la loro spregiudicatezza è inquietante", attacca il vice presidente della Camera Luigi Di Maio facendo infuriare ancora una volta i renziani.

Il contrasto Emiliano-Orlando
È allo stesso tempo improbabile, tuttavia, che le indagini su Lotti si chiudano prima che la mozione approdi a Palazzo Madama: da qui, anche l'orizzonte di una campagna delle primarie "segnata" da un'inchiesta giudiziaria che, oltre al braccio destro di Renzi, vede coinvolto - in una posizione ben diverso - Michele Emiliano e vede in campo il Guardasigilli Andrea Orlando.

Ed è proprio il ministro della Giustizia, a finire nel mirino di Emiliano. "Orlando è onesto e ho fiducia in lui ma è in potenziale conflitto di interesse, in quanto esercita il potere disciplinare sui magistrati che stanno indagando", è la stoccata del governatore pugliese (che tuttavia non chiede le dimissioni del Guardasigilli) che replica, inoltre, a chi voleva un suo ritiro dalle primarie in quanto coinvolto nell'inchiesta. "Perchè ho dato gli sms di Lotti al Fatto Quotidiano? Perchè alla stampa si risponde", puntualizza il governatore incassando la piccata rep0lica di renziani e orlandiani. 

Orlando affida la sua replica al coordinatore della sua campagna Andrea Martella: "Le parole di Emiliano sono fuori luogo, osservi la linea del rispetto". Ma al governatore, secondo cui i supporter di Orlando, Napolitano e Macaluso, affermano che "i magistrati impegnati in politica" sono una "nefandezza", replica anche lo storico dirigente del Pci: "attacco Emiliano per difendere la magistratura da un personaggio che col suo comportamento la mortifica". (ANSA)

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