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Ansa
Politica

Taglio Iva, l'idea che unisce tutti (contro Conte)

Storia di un dibattito su un'ipotesi costosa e, per ora, virtuale. In cui il premier ha incassato freddezza anche dalla sua maggioranza - CONTE E IL TAGLIO DELL'IVA SENZA COPERTURE

Per essere l'architrave del suo piano di rilancio del Paese dopo la pandemia, il biglietto da visita della rivoluzione italiana, l'ipotesi di taglio dell'Iva con cui il premier Giuseppe Conte ha chiuso gli Stati Generali post Coronavirus non ha ottenuto grandi riscontri. Mediaticamente è vissuta due giorni (anche meno) prima di essere oggetto di fuoco incrociato. Anche e soprattutto amico. Dalla mancanza di coperture all'opportunità di procedere prima con i consumi e poi con il lavoro: i critici di Conte non hanno atteso nel farsi sentire con tanti distinguo pure dalla sua maggioranza.

TUTTI CONTRO CONTE

Un fuoco incrociato che ha costretto Conte a fare almeno mezzo passo indietro, ipotizzando sì un intervento sull'Iva ma soltanto in forma parziale e temporanea così da evitare costi troppo elevati e lasciare margine di manovra futura. Del resto l'elenco di chi si è pronunciato in maniera negativa è lungo e referenziato.

"Non si può procedere imposta per imposta" ma serve una riforma del Fisco complessiva, ha tuonato Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia. Tiepido Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia del Governo Conte: "Stiamo esaminando tutte le varie opzioni ma siamo solo a questo stadio. Dopo le parole del presidente del Consiglio c'è stato un animato dibattito su giornali, il governo per definizione esamina tutti gli scenari e poi prenderà una posizione anche in base alla valutazione del quadro delle risorse e dell'andamento dell'economia, aspettiamo i dati, avremo l'assestamento bilancio". Che legato alla valutazione fatta nei giorni scorsi sugli alti costi di questa eventuale misura, dà il senso di una posizione di semi chiusura.

Frenata netta nelle parole di Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia ed esponente del Partito Democratico: "Può dare risultati piú efficaci una politica di rilancio degli investimenti pubblici, in grado di trascinare anche quelli privati insieme a una riforma fiscale complessiva, che quindi riguardi anche, anzi soprattutto, l'Irpef".

No da Matteo Renzi, leader di Italia Viva: "Interrompere il balletto dei dibattiti pubblici se incidere da una parte o dall'altra. Questo è il tempo che le tasse vanno buttate giù, ma è evidente che non si può diminuirle tutte insieme. Allora si decida: cominciamo con l'Irpef, l'Irap o altro?". Ma anche nel Movimento 5 Stelle ci sono perplessità con richiesta espressa in Commissione Finanze di pensare prima alla proroga delle scadenze per aiutare a uscire dalla crisi, piuttosto che a pensare alla discussione sul taglio dell'Iva magari in maniera selettiva. Il Movimento ha presentato un emendamento per affrontare la questione rinvio.

ANCHE L'OPPOSIZIONE...

Nemmeno nell'opposizione il premier Conte ha raccolto particolari consensi. Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia): "Sull'Iva il problema è che il Governo ha organizzato degli Stati Generali senza a vere uno straccio di proposta e di visione, senza avere nulla da offrire e mi aspetto che qualche giorno prima del nostro incontro con Conte ci arrivi il documento del quale bisogna discutere, perché temo che il Governo non abbia niente in mano non abbia assolutamente niente e lo dimostra come ha presentato la vicenda dell'Iva".

Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera per Forza Italia: "Su argomenti così importanti il governo non può continuare a tirare a indovinare. La riduzione dell'Iva di pochi punti percentuali sarebbe davvero un palliativo: i consumatori nemmeno se ne accorgerebbero". Posizione non distante da quella di Matteo Salvini e della Lega: "Io sono sempre a favore del taglio delle tasse, anche se io sono per tagliarle direttamente alle famiglie piuttosto che sui consumi. Secondo me la flat tax è la soluzione migliore, però se si parla di taglio delle tasse ben venga, a me interessa che i cittadini paghino meno. Il problema è che è durato tutto 18 ore, un'ipotesi che è tramontata prima di nascere".

Un coro unanime di dissenso. Senza contare la freddezza con cui l'idea è stata accolta in Europa dove i conti italiani restano sotto tiro e sarebbe complicato spiegare alla Germania e ai cosiddetti 'paesi frugali' un'Italia che prende i soldi a Bruxelles e si taglia le tasse a Roma.

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Giovanni Capuano