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Chi è Antonio Campo Dall'Orto, il nuovo direttore generale della Rai

Da Mtv a Mediaset a La7 fino alla Leopolda. Carriera lampo di un manager "enfant prodige" della televisione

Si affaccia per la prima volta al settimo piano di Viale Mazzini intorno alle 19, per raccogliere l'investitura dal cda che lo ha appena nominato all'unanimità nuovo direttore generale della Rai.

Completo e cravatta blu, zaino porta computer in spalla, Antonio Campo Dall'Orto, il manager che anche oggi Matteo Renzi definisce "uno dei più interessanti innovatori della tv", dopo il passaggio di consegne con il predecessore, Luigi Gubitosi, si trattiene per un breve colloquio con la presidente Monica Maggioni, dopo quello informale (e irrituale) a pranzo.

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Poi, alle otto e un quarto, via in auto blu, seduto accanto all'autista. "Sono convinto di poter affrontare questa sfida, molto bella e molto difficile, con tutte le energie che sono in questa stanza, in questa azienda e nel Paese", sottolinea il neo dg in cda, mostrando subito - raccontano i presenti - un atteggiamento friendly ma anche entusiasmo e passione.

Dal master di Publitalia a Telecom Italia Media fino a Viacom e al cda di Poste Italiane, l'ex ragazzo prodigio costruisce la sua carriera nel mondo della tv e dei media, lanciando Mtv Italia e soprattutto la Mtv generation, quella generazione sempre connessa, pronta a cambiare il mondo "non appena ne avrà la possibilita'", di cui parla anche, nel 2011, dal palco della Leopolda.

La carriera

Nato a Conegliano Veneto (Treviso) nel 1964, laurea in Economia a Ca' Foscari, a 25 anni viene nominato responsabile delle Analisi Settoriali del Marketing Strategico di IMS Europe a Madrid; passa poi a Valencia in IMS Spagna e diventa il nuovo Responsabile Marketing Commerciale, Pianificazione e Sviluppo Operativo.

Due anni dopo torna in Italia e partecipa a un master in Marketing e Comunicazione promosso da Publitalia che gli apre le porte di Mediaset, dove diventa vicedirettore di Giorgio Gori a Canale 5.    Nel 1997 comincia la grande avventura di Mtv Italia: è prima direttore generale e poi, nel 1999, amministratore delegato di Mtv Networks South Europe per i canali in Spagna, Portogallo, Francia e Grecia.

Nel 2001 viene nominato ad di Mtv Italia e presidente di Mtv Pubblicità. Sotto la sua guida, la rete lancia personaggi come Victoria Cabello, Camila Raznovich, Andrea Pezzi, Marco Maccarini, Enrico Silvestrin, Giorgia Surina, detta legge in fatto di musica e innovazione, sposa le grandi campagne internazionali di sensibilizzazione, dalla mafia all'Aids.

Parallelamente diventa anche direttore di La7: è lui a portare alla rete volti come Daria Bignardi, Piero Chiambretti, Gad Lerner, Maurizio Crozza, alternando l'alleggerimento degli show ai monologhi di denuncia di Marco Paolini in prima serata. Nel 2007 il discusso stop al Decameron di Daniele Luttazzi, sospeso per gli insulti rivolti a Giuliano Ferrara dall'attore in uno dei suoi monologhi al vetriolo: una chiusura illegittima secondo il tribunale di Roma, che nel 2012 condannerà in primo grado La7 a un maxi-risarcimento da 1,2 milioni per il comico.

L'esperienza in Telecom Italia Media (di cui intanto diventa direttore generale Television e poi ad) dura fino al 2008, quando Campo Dall'Orto lascia - nella stagione dei tagli voluti dal nuovo management - per iniziare una carriera nel gruppo Viacom (come vicepresidente esecutivo), continuando a mantenere anche la guida di Mtv Italia. Nel 2014 viene scelto dal governo Renzi come consigliere di amministrazione di Poste Italiane, un incarico di passaggio in attesa del grande salto alla Rai.  

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