Caso Muos: le risposte dell'ambasciata Usa
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Caso Muos: le risposte dell'ambasciata Usa

Il movimento contro la stazione americana e le rassicurazioni tecnico-scientifiche di Washington

La scorsa domenica "Report", il programma d'inchiesta condotto da Milena Gabanelli su Rai3, ha dedicato un approfondimento alla base siciliana del MUOS, il programma di comunicazione satellitare che consentirà ai militari Nato di inviare dati ovunque essi siano, con una capacità dieci volte superiore a quella attuale.  Se n'è occupato di recente anche Panorama con una intervista al fisico John Oetting.
Il sito di Niscemi è ancora al centro di infuocate polemiche, mentre si attendono i risultati dello studio dell'Istituto Superiore di Sanità. Era stata indicata la scadenza del 31 maggio, ma forse si dovrà aspettare. Intanto lo scorso giovedì alcune mamme del comitato No Muos hanno interloquito con Michele Santoro nel corso della puntata di "Servizio Pubblico" su La7.

Domani arriverà la controreplica dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Sul sito ufficiale si risponderà, punto per punto, alle critiche sollevate in entrambi gli appuntamenti televisivi. Del resto, non si può negare che finora l'informazione stampa e tv sul "caso MUOS" sia stata a dir poco sbilanciata contro la stazione americana. Un fenomeno del tutto nuovo, che non si è mai verificato in precedenza per nessuna delle tre parabole satellitari già esistenti (due sul territorio americano, una in Australia). Desta anche perplessità il fatto che su questioni di carattere tecnico-scientifico siano state puntualmente interpellate persone senza competenze specifiche in materia.
Panorama pubblica in anteprima le risposte, che da domani saranno pubbliche sul sito  dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Buona lettura.
1)    Perché l’Italia non ha indetto un referendum popolare sul MUOS come ha fatto l’Australia (è quanto sostenuto da una persona intervistata da Report, ndr)?
In realtà il Governo australiano non mai ha indetto un referendum per approvare la costruzione del MUOS sul proprio territorio.
2)    Come commentate le affermazioni sulle radiazioni elettromagnetiche fuori norma provenienti dalle 44 antenne della Naval Radio Trasmitter Facility già esistenti?
Non ci sono prove accertate di un livello di radiazioni elettromagnetiche oltre la norma provenienti dalle 44 antenne al momento attive. A dicembre, durante parte del periodo in cui l’ARPA ha riscontrato dati anomali da uno dei suoi monitor posizionato sul tetto di un’abitazione nei pressi della base, le nostre antenne attive in quella banda di frequenza erano spente. È importante sottolineare che un piccolo gruppo di persone al cellulare potrebbero aver prodotto gli stessi dati.
3)    Di recente un programma televisivo italiano di approfondimento giornalistico ha riferito che se le antenne MUOS dovessero crollare mentre sono in funzione in seguito a un terremoto provocherebbero un’esplosione di enormi proporzioni. È vero?
La costruzione delle antenne MUOS rispetta tutti i regolamenti edilizi del caso. Sono in funzione dei dispositivi di sicurezza programmati per interrompere l’alimentazione in caso di terremoto, ma è molto improbabile che un terremoto possa causarne il crollo. In ogni caso, ciascuna delle antenne MUOS emetterà solo 200 watt di energia, approssimativamente equivalente a quella di tre lampadine, e non presenterebbe rischi a livello locale in caso di attività sismica. In altre parole, non potrebbe causare un’esplosione.
4)    È vero che il sito della NRTF è stato costruito illegalmente all’interno di una riserva nazionale di querce da sughero?
La NRTF esisteva prima che la zona venisse dichiarata riserva naturale. Anzi, abbiamo restituito al Ministero della Difesa i terreni che erano stati precedentemente concessi in uso agli Stati Uniti. Successivamente l’area è stata dichiarata e usata come riserva naturale.
5)    È vero che il piano originario prevedeva la costruzione del MUOS a Sigonella ma fu poi cambiato perché temevate che le onde elettromagnetiche avrebbero interferito con il traffico aereo militare e causato l’esplosione di ordigni militari?
La Marina militare statunitense ha valutato diversi siti in tutto il mondo prima di scegliere Niscemi come luogo ideale, principalmente per via della sua posizione nel Mediterraneo e per la presenza di antenne preesistenti nella NRTF. Il sito MUOS nelle Hawaii si trova vicino all’aereoporto internazionale di Honolulu, e non sono state registrate interferenze con le centinaia di velivoli che decollano e atterrano lì ogni settimana. Le antenne MUOS trasmetteranno a soli 200 watt di potenza, il che non presenta alcun rischio per gli ordigni militari.
6)    Come rispondete alle accuse secondo cui il MUOS viene costruito da società che hanno legami con la mafia?
Gli Stati Uniti sono un grande alleato delle forze dell’ordine italiane nella lotta alla criminalità organizzata in tutto il mondo. Ci siamo assicurati che tutti gli appaltatori e sub-appaltatori coinvolti nella costruzione del MUOS avessero le appropriate certificazioni “anti-mafia” e che non fossero legati al crimine organizzato.  Queste certificazioni sono state convalidate dalla Regione Sicilia prima che il Ministero della Difesa italiano ricevesse i necessari permessi per costruire.
7)    Potete confermare nero su bianco che la Marina militare americana ha in programma di smantellare alcune delle antenne NRTF, una volta completata la costruzione della stazione terrestre MUOS?
Attualmente nella NRTF sono presenti 44 antenne, anche se non tutte operano contemporaneamente. Molte di queste sono antenne di riserva, progettate per entrare in funzione solo quando gli altri sistemi sono fermi per manutenzione. In base alle previsioni attuali molte di queste antenne verranno smantellate entro i prossimi anni.
 

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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